Molti orologi si sono fermati il 21 aprile. Il morte di FrancescoIl 266° Papa della Chiesa cattolica ha chiuso i 12 anni di pontificato di Jorge Mario Bergoglio e ha aperto una nuova era nella storia della Chiesa.
Dal momento in cui l'allora cardinale di Buenos Aires è salito sulla cattedra di Pietro nel marzo 2013 fino alla sua morte, avvenuta il lunedì di Pasqua del 2025, il mondo ha subito cambiamenti significativi che hanno delineato un panorama del futuro molto diverso da quello che sembrava delinearsi nel 2013. Anche la Chiesa ha vissuto, in questi anni, situazioni diverse che hanno lasciato aperti interrogativi per il prossimo papato.
Si specula molto sulle sfide che dovrà affrontare il Papa che succederà a Francesco alla guida della barca di Pietro (un nome che, forse, quando leggerete queste righe, conosceremo già). Nei giorni che precedono l'elezione del Romano Pontefice, mi viene in mente l'idea sottolineata da molti cardinali: la storia della Chiesa deve essere letta come una successione, una progressione che non ha senso se ogni pontificato viene trattato in modo atomizzato.
Quando si parla di Chiesa - e nelle ultime settimane se ne è parlato fino alla saturazione, soprattutto da parte di organismi che conoscono poco o nulla della famiglia dei fedeli cattolici - è quasi impossibile fare un ritratto che renda giustizia alla diversità degli spazi e degli ambienti in cui si incarna il Corpo mistico di Cristo. Tendiamo ad analizzare la Chiesa da una prospettiva personale, spesso troppo umana e certamente riduttiva.
Considerare la Chiesa come un insieme di dinamiche di potere è forse uno dei grandi pericoli della società odierna, sia dentro che fuori la Chiesa. È vero che non possiamo cadere nell'assurdo infantilismo di non voler riconoscere che, in quanto istituzione composta da uomini, essi non hanno più peccati di quanto vorremmo. Ma se c'è una cosa che diventa chiara in momenti come l'apertura di un nuovo pontificato, è che la Chiesa "Non si tratta di un'associazione umana, nata da idee o interessi comuni, ma di una chiamata da parte di Dio. Egli l'ha chiamata e perciò è una in tutte le sue realizzazioni". (Benedetto XVI, Udienza generale del 15-10-2008).
È noto l'aneddoto del Il Cardinale Consalvi quando Napoleone minacciò la distruzione della Chiesa: "Distruggerò la vostra Chiesa, A cui Consalvi ha saggiamente risposto "Per diciannove secoli noi stessi (cattolici) abbiamo fatto del nostro meglio per distruggerlo, senza riuscirci. Napoleone, come stanno ancora facendo due secoli dopo, probabilmente non avevano integrato questa azione dello Spirito Santo nella Chiesa.
Di cosa ha bisogno la Chiesa di domani? La stessa di oggi: l'impegno di ciascuno dei suoi membri, dal Papa all'ultimo battezzato, a mettere in pratica quella chiamata alla santità, alla missione e alla testimonianza attraverso cui Dio agisce in ogni parte della terra.