Padre Leone XIV

Nella grande famiglia della Chiesa, i cambiamenti si vivono con il cuore. Oggi entra in casa un nuovo padre.

9 maggio 2025-Tempo di lettura: 3 minuti
Papa Leon

©CNS photo/Vatican Media

Non è un errore di ortografia, no; è solo che oggi voglio chiamarlo così: papà. Perché, non so voi, ma quello che ho provato, da quando Papa Francesco ci ha lasciato il lunedì di Pasqua, è stato un enorme senso di orfanità. 

Non è sdolcinato o sentimentale, è che i papi, come dice l'etimologia stessa della parola, sono veri padri, padri spirituali della comunità cristiana. Pare che il termine derivi dal greco "Pappas" e che sia stato usato fin dai primi secoli del cristianesimo per nominare non solo il successore di Pietro, ma anche il resto dei vescovi e persino i presbiteri, proprio come oggi ci rivolgiamo a loro con il titolo di padre. Fu nel Medioevo che iniziò a essere usato solo per rivolgersi al vescovo di Roma. 

La morte del nostro padre (sempre con l'accento) Francesco ci ha lasciati senza una guida, senza un pastore, un po' disorientati perché lui era molto amato ed esercitava molto bene quella paternità spirituale di indicare un percorso, di guidare questo comune pellegrinaggio verso il cielo che è la vita.

La figura del Papa, come quella dei padri, è fondamentale per ogni essere umano, bambino o adulto che sia. È una figura di riferimento che ci segna come persone e ci aiuta a crescere, a maturare e, ricordando i suoi insegnamenti, anche a invecchiare.

Come i papà, il papa ci dà sicurezza, sostenendoci nelle nostre lotte quotidiane, parlandoci continuamente di Gesù e facendoci sentire che non siamo soli, che Lui si prende sempre cura di noi, ci protegge e ci accompagna nel nostro dolore. 

Come i genitori, il Papa ci insegna, ci educa, ci indica le strade buone e cattive per la nostra vita. Ha esperienza e predica con l'esempio, quindi ha autorità. È un modello, qualcuno da imitare. 

Come i papà, anche il Papa ci offre la disciplina. E questo non piace a tutti. Non vogliamo limiti e quindi, come i papà, molti disprezzano il Papa.

Come i papà, il Papa ci aiuta a relazionarci con gli altri. Ci fa sentire parte della famiglia dei figli di Dio e della grande famiglia umana.

Come i padri, il Papa ci stimola cognitivamente, ci incoraggia a pensare, a riflettere, a cercare i sentieri della vita cristiana. Con il suo magistero ci sfida, non ci permette di diventare compiacenti, ma ci scuote continuamente dalla nostra tendenza a sonnecchiare.

Come i papà, il Papa ci fornisce il necessario per vivere, il nutrimento della vita. Parola di Dio senza il quale la vita cristiana si spegne.

Come i padri, il papa si prende cura della madre-Chiesa, la donna più importante nella vita di ogni essere umano. È lei che ci allatta con l'Eucaristia, è lei che ci abbraccia con il perdono e la misericordia, è lei che ci accompagna quando siamo malati o nel bisogno.... 

È per questo che ho amato tutti i papi che ho conosciuto da sempre; ed è per questo che amo tutti i papi che ho conosciuto da sempre. Leone XIV. Nessuno sceglie il proprio padre, ma tutti siamo chiamati, come figli, a onorare il padre e la madre. Possono piacerci i loro accenti, le loro tendenze, i loro modi di fare, ma in fondo un buon figlio sa riconoscere, valorizzare e amare un genitore.

Ci sono già figli che non ameranno Leone XIV, figli che vorranno fare di testa loro e che criticheranno ogni decisione del padre. Figli egoisti che non sono pronti ad accettare l'autorità del papa con mitezza e umiltà di cuore. Figli che non saranno in grado di vedere che, dietro la paternità spirituale del successore di Pietro, c'è quella di Dio che lo ha mandato a noi, come un giorno ci mandò a casa di nostro padre e nostra madre, per aiutarci. 

Questo dipende da loro. Oggi posso solo ringraziare Dio per il padre che ci ha dato. Non vedo l'ora di ascoltarlo, di essere nutrito, di imitarlo, di imparare da lui... Se sembro loro infantile, li invito, con Gesù, a diventare come bambini per capire di cosa si tratta. E, come dicono i piccoli per mettersi in mostra davanti ai loro amici, oggi dico loro che "il mio papà è il migliore".

L'autoreAntonio Moreno

Giornalista. Laurea in Scienze della Comunicazione e laurea in Scienze Religiose. Lavora nella Delegazione diocesana dei media di Malaga. I suoi numerosi "thread" su Twitter sulla fede e sulla vita quotidiana sono molto popolari.

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