Chi è Gesù Cristo?
"Penso che l'uomo che non ha risposto a questa domanda può essere sicuro di non aver ancora iniziato a vivere", dice un autore spirituale del XX secolo.
Questa domanda si pose agli apostoli a Cesarea di Filippo e si pone oggi a Leone XIV. Nella sua prima Messa da Papa, questa è stata la domanda che il Vangelo ha posto al nuovo Vescovo di Roma e, con lui, a tutta la Chiesa.
È la domanda di tutti i tempi. Quella che batte, consciamente o inconsciamente, nel cuore di ogni persona. La grande domanda a cui la Chiesa cattolica, con il suo leader in prima linea, è chiamata a rispondere non solo con le parole e la teoria, ma con la vita e la testimonianza.
"Tu sei il Messia, il Figlio del Dio vivente" (Mt 16,16). La risposta di Pietro, il primo Papa, alla domanda su chi sia Gesù, "esprime in sintesi il patrimonio che da duemila anni la Chiesa, attraverso la successione apostolica, custodisce, approfondisce e tramanda", affermò Leone XIV davanti ai cardinali che lo elessero come successore di questo apostolo.
È lì che si gioca tutto. È il nostro patrimonio. Dalla risposta che daremo a questa domanda dipenderà la svolta della nostra vita, come nel caso di Pietro. Ora che il cardinale Prevost ha ricevuto la più alta missione possibile, si trova di fronte alla stessa sfida di sempre, ma con gli orizzonti di questo secondo quarto di secolo. È lui che deve guidare tutta la Chiesa per continuare a offrire ciò che Cristo gli affida: salvaguardare, approfondire e trasmettere la risposta alla domanda su chi sia Gesù.
Questi tre verbi danno un'idea molto chiara di ciò che il Papa chiede a tutti noi. CustodeSignifica proteggere e difendere ciò che ci è stato consegnato, al pari di quanto hanno fatto i martiri, veri testimoni della risposta a chi è Cristo.
ApprofondirePerché la domanda su Gesù è inesauribile e ogni cristiano è chiamato ad affrontarla senza paura, con tutta la forza del suo cuore. Altrimenti, non abbiamo iniziato a vivere.
Infine, trasmettere. Viviamo in un mondo che, secondo Leone XIVIl Vangelo, tuttavia, adotta nei confronti di Gesù gli stessi atteggiamenti che troviamo nel Vangelo riguardo alla sua Persona: alcuni vedono Gesù come qualcuno "del tutto insignificante, al massimo un personaggio curioso, che può suscitare stupore per il suo modo insolito di parlare e di agire". Altri lo vedono semplicemente come un uomo buono e "perciò lo seguono, almeno per quanto possono farlo senza troppi rischi e disagi. Ma lo vedono solo come un uomo, e così nel momento del pericolo, durante la Passione, anche loro lo abbandonano e se ne vanno, disillusi".
Il nostro è un mondo assetato, e questa sete può essere placata solo dal Nome e dal Volto di Gesù, come disse Benedetto XVI 20 anni fa. La sete rimane la stessa, forse oggi ancora più vorace, ed è per questo che la missione della trasmissione diventa ogni giorno più urgente.
Sebbene non sia storicamente attendibile, questo aneddoto può essere illustrativo. Si dice che il curato di Ars, Giovanni Maria Vianney, il futuro santo Curato d'Ars, fosse criticato dai suoi confratelli sacerdoti. Il motivo era che un gran numero di persone si rivolgeva a lui per confessarsi, il che influiva sulla frequenza nelle parrocchie vicine. Si dice che Vianney abbia risposto: "se dai loro acqua, le pecore vengono".
L'acqua è Gesù Cristo. Ecco perché rispondere alla domanda su chi è Gesù è ovviamente una necessità anche per me, che mi ha portato a scrivere un libro che ha come titolo la domanda che Gesù pone a Pietro, a Leone XIV e ad ogni personaChi dici che sono? Questo libro è più che altro un invito, come dico nell'introduzione, a scoprire nel Vangelo un tesoro che attende il nostro desiderio di portarlo alla luce. Scrivere è stato per me un modo per farlo e spero che aiuti altri a trovare il loro modo di immergersi.
Per questo la frase di Sant'Agostino, padre spirituale del nuovo Papa, è così famosa, perché lo esprime in modo magistrale: Dio ci ha fatti per sé, e noi siamo inquieti finché non riposiamo in Lui. In sintesi, direi che ho scritto questo libro per necessità. Non c'è nulla che renda una persona più felice del bisogno di Gesù. Perché avere bisogno di lui è già iniziare a cercarlo, e chi lo cerca con sincerità lo trova sempre, e chi lo trova lo ama. E chi lo ama e si lascia amare, trova la felicità.
Chi lo trova veramente può dire di aver cominciato a vivere.
Sacerdote colombiano, autore di Intervista con Gesù Cristo e Chi dici che sono?