La liturgia celebra il 21 giugno una San Luigi Gonzaga (Luigi Gonzaga, 1568-1591), che, vivendo a Roma, affrontò diversi drammi che flagellavano la città. Prima la siccità, poi la carestia, e infine una epidemia di peste tifoidea. Luis si recò tra gli "apestados" per aiutarli e morì di peste mentre si prendeva cura degli infetti.
I suoi biografi raccontano che un giorno San Luigi vide un malato abbandonato per strada, sul punto di morire: lo caricò sulle spalle e lo portò all'ospedale della Consolata. Fu così che probabilmente si infettò e pochi giorni dopo morì tra le braccia dei suoi compagni, a soli 23 anni.
Malattia: riflettere e pregare
Proveniente da una famiglia nobile di Castiglione, in Italia, il padre di San Luigi, il Marchese di Castiglione, lo preparò alla carriera militare e completò la sua educazione a Firenze. Poco dopo, il giovane Luigi iniziò a soffrire di insufficienza renale, che considerò una benedizione perché gli permise di dedicarsi alla riflessione e alla preghiera. In questo periodo percepisce la sua chiamata al sacerdozio. Ricevette la prima comunione da San Carlo Borromeo nel luglio del 1580. A seguito della malattia, San Luigi si dedicò all'insegnamento del catechismo ai giovani poveri.
Contrario i desideri del padreSt. Louis ha annunciato l'intenzione di aderire all'associazione Compagnia di Gesù. All'età di diciotto anni rinuncia al titolo e alla terra, entra nei Gesuiti e studia sotto la guida di San Roberto Bellarmino, SJ, suo consigliere spirituale. Professò i primi voti nel 1587. Fu canonizzato nel 1726 da Benedetto XIII. Pio XI lo proclamò protettore della gioventù cattolica nel 1926. E San Giovanni Paolo II lo ha nominato protettore dei malati di AIDS nel 1991.