Non pochi cattolici confondono la loro opinione politica personale con la verità morale e religiosa. Hanno difficoltà a capire cosa è opinione e quindi questione di prudenza nell'arte pratica dell'azione politica e sociale. Pensano che il cristianesimo sia conservatore o che sia progressista. Allo stesso tempo, spesso non conoscono la verità etica, a causa della grande ignoranza religiosa e del relativismo ambientale.
Francesco ha insegnato al mondo che la Chiesa non è né di destra né di sinistra, è semplicemente cattolica, il che significa universale. Ogni cattolico può scegliere di essere politicamente conservatore o progressista. E quindi, un cattolico, un cristiano, vota secondo la propria coscienza, una coscienza ben formata, secondo la insegnamenti sociali della Chiesa. Prudenzialmente. Ma ecco il nocciolo della questione: c'è tanta ignoranza etica!
In Canada, ad esempio, un cattolico poteva votare per i liberali di Mark Carney, che hanno vinto le elezioni del 28 aprile, o per i conservatori di Pierre Poilievre, che hanno perso le elezioni. Entrambi i partiti hanno promosso politiche problematiche dal punto di vista della dottrina sociale della Chiesa. Quale sarebbe il male minore?
Riguardo alle elezioni americane dello scorso novembre, Francesco ha detto in una conferenza stampa sull'aereo papale il 14 settembre 2024: "Bisogna scegliere il male minore. Quella signora (Kamala Harris) o quel signore (Donald Trump)? Non lo so. Chiunque abbia una coscienza deve pensarci e scegliere. Espellere gli immigrati, lasciarli dove si vuole, abbandonarli... è una cosa terribile da fare, c'è del male. Espellere un bambino dal grembo della madre è un omicidio, perché c'è la vita".
Pochi giorni prima che il Senato argentino legalizzasse l'aborto il 30 dicembre 2020, Francesco aveva sottolineato, in riferimento a quella legge: "Il Figlio di Dio è nato scartato per dirci che ogni persona scartata è figlio di Dio. È venuto al mondo come viene al mondo un bambino, debole e fragile, perché possiamo accogliere con tenerezza le nostre fragilità".
A un deputato argentino il Papa aveva scritto nel novembre 2020: "Sul problema dell'aborto, tenete presente che non si tratta in primo luogo di una questione religiosa, ma di un'etica umana, precedente a qualsiasi confessione religiosa. È giusto eliminare una vita umana per risolvere un problema? È giusto assumere un sicario per risolvere un problema?".
Dieci anni fa nella sua famosa enciclica Laudato si'‘ (nn. 60-61) Francesco ha affermato: "Si sono sviluppate diverse visioni... e possibili soluzioni. A un estremo, alcuni si aggrappano al mito del progresso a tutti i costi e sostengono che i problemi ecologici saranno risolti semplicemente da nuove applicazioni tecniche, senza considerazioni etiche o cambiamenti sostanziali. All'altro estremo, altri ritengono che gli esseri umani, con qualsiasi loro intervento, possano solo essere una minaccia e danneggiare l'ecosistema globale, e che la loro presenza sul pianeta debba essere ridotta e ogni tipo di intervento debba essere impedito.
"Tra questi estremi, la riflessione dovrebbe individuare possibili scenari futuri, perché non esiste un'unica strada per una soluzione. Da qui nascerebbero diversi contributi che potrebbero entrare in dialogo per dare risposte esaurienti. Su molte questioni concrete la Chiesa non ha motivo di proporre una parola definitiva e comprende che deve ascoltare e promuovere un dibattito onesto tra gli scienziati, rispettando la diversità delle opinioni. Ma basta dare uno sguardo onesto per vedere che c'è un grande deterioramento della nostra casa comune. La speranza ci invita a riconoscere che c'è sempre una via d'uscita". Ciò che scrive a proposito della nostra casa comune, il pianeta Terra, potrebbe essere applicato a tante altre questioni scottanti.
Con il suo magistero, Francesco ha voluto responsabilizzare i governanti, i leader, gli intellettuali e ogni cristiano, ogni cittadino comune: sensibilizzarli a promuovere soluzioni moralmente buone. Sul matrimonio e la famiglia, sulla vita dal concepimento alla morte naturale, su Gaza e il Congo e altre guerre, sull'immigrazione, l'economia, la salute... Non dimentichiamo, per finire con un esempio lacerante, che quasi 800 milioni di persone (ovvero 10 % dell'umanità) hanno difficoltà ad avere accesso a un'alimentazione adeguata: per loro, ogni giorno è un giorno di digiuno. Esiste una "policrisi", dovuta tra l'altro ai cambiamenti climatici e ai conflitti, che sta invertendo i progressi nella lotta alla fame (si veda il rapporto di due ONG europee. Indice di fame globale 2023).
Montreal / Toronto