Papa Leone XIV si è unito questa mattina alla Pubblico Generale alla dichiarazione congiunta dei Patriarcati greco-ortodosso e latino di Gerusalemme di ieri. I patriarchi hanno chiesto di porre fine a questa spirale di violenza bellica e di dare priorità al bene comune della popolazione. Allo stesso modo, il Santo Padre ha rivolto un "forte appello" alle parti coinvolte e alla comunità internazionale per la pace in Terra Santa, nel "pieno rispetto del diritto umanitario".
Il 22 agosto ho proposto un Giornata di digiuno e preghiera per i nostri fratelli e sorelle che soffrono a causa delle guerre", ha detto Papa Leone prima di impartire la benedizione. Oggi "rivolgo ancora una volta un forte appello per la fine del conflitto in Terra Santa, che ha causato tanto terrore, distruzione e morte".
Rilascio degli ostaggi e cessate il fuoco permanente
Il Pontefice ha chiesto il rilascio di tutti gli ostaggi e "un cessate il fuoco permanente che faciliti l'ingresso sicuro degli aiuti umanitari e il pieno rispetto del diritto umanitario". In particolare, l'obbligo per tutte le parti coinvolte di evitare l'uso indiscriminato della forza e gli spostamenti forzati della popolazione.
Imploriamo l'intercessione di Maria, Regina della Pace, fonte di consolazione e di speranza, affinché ottenga la riconciliazione e La pace in questa terra così cara a tutti noi, ha concluso al termine dell'udienza.
Tema della Giornata Mondiale della Pace 2026
Le parole di Papa Leone sono, senza sorpresa, completamente in sintonia con il tema del messaggio vaticano per la Giornata Mondiale della Gioventù di ieri. Giornata mondiale della pace 2026che avrà luogo il 1° gennaio del prossimo anno. Nel testo, invita l'umanità a rifiutare la logica della violenza e della guerra e ad abbracciare una pace autentica, basata sull'amore e sulla giustizia.
"Questa pace deve essere disarmata, cioè non basata sulla paura, sulla minaccia o sulle armi; e disarmante, perché capace di risolvere i conflitti, aprire i cuori e generare fiducia, empatia e speranza. Non basta invocare la pace, essa deve incarnarsi in uno stile di vita che rifiuti ogni forma di violenza, visibile o strutturale".
"Il saluto di Cristo risorto, "Pace a voi" (cfr. Gv 20,19), è un invito a tutti - credenti, non credenti, leader politici e cittadini - a costruire il Regno di Dio e a edificare insieme un futuro umano e di pace", conclude il messaggio diffuso ieri.
Amare e dare la vita liberamente
All'udienza di oggi, il Papa ha riflesso sul tema "Il tradimento. Chi cercate?" (Gv 18,4), il momento dell'arresto di Gesù nell'Orto degli Ulivi.
Il Vangelo non ci mostra un Gesù timoroso, che fugge o si nasconde, ha esordito il Papa. "Al contrario, ci rivela un uomo sereno che si dona liberamente, manifestando così l'amore più grande. In questo gesto si incarna una speranza di salvezza per la nostra umanità; è il fatto di sapere che, anche nei momenti più bui, possiamo essere liberi di amare fino in fondo".
Proprio questa libertà di amare è stata il filo conduttore della meditazione del Papa. "Gesù ci insegna che la speranza cristiana non è evasione, ma impegno. Questo atteggiamento è frutto di una preghiera profonda, in cui chiediamo a Dio la forza di perseverare e di rimanere nell'amore", ha detto.
Ha poi ricordato ai pellegrini di lingua spagnola che "oggi celebriamo la festa liturgica di Santa Monica e domani quella di suo figlio, Sant'Agostino".
"Chiediamo al Signore, per intercessione di questi cari santi, di sapere - seguendo la logica del Vangelo - come amare e dare la vita in modo libero e gratuito, come ha fatto Cristo, nostra speranza. Che Dio li benedica. Grazie di cuore.
Nelle tenebre della prova, l'amore di Dio ci sostiene
Nella vita non è necessario avere tutto sotto controllo. "È sufficiente scegliere di amare liberamente ogni giorno", ha sottolineato in un altro momento.
"Questa è la vera speranza: sapere che, anche nelle tenebre della prova, l'amore di Dio ci sostiene e porta a maturazione il frutto della vita eterna.
Guardare a Cristo con fiducia
Nelle sue parole ai pellegrini di diverse lingue, ha fatto riferimento alla stessa idea di libertà. Per esempio, ai pellegrini di lingua tedesca: "Preghiamo lo Spirito Santo di concedere anche a noi, nelle situazioni di difficoltà e di sofferenza, la fiducia e la libertà interiore di Gesù, con cui si è consegnato alla buona volontà del Padre e ha dato la sua vita per noi".
Al termine si è rivolto, come di consueto, "ai giovani, ai malati e agli sposi. Guardate con fiducia incrollabile a Cristo, luce nelle difficoltà, sostegno nelle prove e guida in ogni momento dell'esistenza umana".