Essere un vescovo negli Stati Uniti è una sfida in questi giorni. Mentre i vescovi si preparano all'incontro nazionale dell'11-13 giugno, che si concentrerà ancora una volta sugli abusi sessuali, la complessa situazione politica nazionale li sta sommergendo di altre questioni.
L'incontro di giugno affronterà una serie di proposte per responsabilizzare maggiormente i vescovi in materia di abusi sessuali clericali o di insabbiamento di abusi sessuali clericali. abuso. Si tratta di un secondo tentativo di affrontare le proposte che erano state accantonate lo scorso novembre su richiesta del Vaticano. I vescovi statunitensi sperano che, se approvate, queste proposte stabiliscano procedure chiare per la denuncia di abusi o insabbiamenti da parte dei vescovi. Allo stesso tempo, i vescovi dovranno affrontare questioni legate alla situazione politica. Lo stesso giorno di maggio, la Conferenza episcopale ha rilasciato due dichiarazioni che riflettono la complessità politica delle questioni.
La prima dichiarazione esprimeva disappunto per il voto della Camera dei Rappresentanti, controllata dai Democratici, su una "legge sull'uguaglianza" che avrebbe esteso la copertura federale dei diritti civili a termini quali "orientamento sessuale", "identità di genere", ecc.
I vescovi affermano che, sebbene la Chiesa sostenga gli sforzi per porre fine a "ingiuste discriminazioni", questa riforma legislativa potrebbe avere un'influenza negativa su questioni che vanno dalle scuole a educazione separata o dall'aborto, alle organizzazioni religiose per le adozioni "che rispettano il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre".
Lo stesso giorno i vescovi si sono opposti all'ultimo piano del presidente Donald Trump per la riforma dell'immigrazione, che consisterebbe in un sistema di immigrazione basato sul merito, a scapito dell'immigrazione basata sulla famiglia. La dichiarazione è firmata dal cardinale Daniel DiNardo, presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, e dal vescovo Joe Vasquez, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni. Le due dichiarazioni del 17 maggio riflettono un governo polarizzato e diviso. Mentre la Camera dei Rappresentanti sarebbe più ricettiva alle priorità dei vescovi sull'immigrazione, i leader democratici si opporrebbero ai vescovi su questioni come l'aborto e l'omosessualità o le questioni di genere.