Questo giugno ricorre il cinquantesimo anniversario della partenza di San Josemaría per il cielo. Lui stesso ha raccontato di essere "morto" tre volte. La prima, durante la guerra civile in Spagna, quando uccisero una persona davanti a casa sua, pensando che fosse lui. La seconda, durante la festa di Nostra Signora di Montserrat, quando fu miracolosamente guarito dal diabete dopo aver subito uno shock anafilattico.
E il terzo? La stessa mattina del 26 giugno, ha chiesto di essere trasmesso un messaggio al Papa, oggi venerato come il San Paolo VI: "Che ogni giorno, da anni ormai, offro la Santa Messa per la Chiesa e per il Papa. Potete assicurargli che ho offerto la mia vita al Signore per il Papa, chiunque esso sia.". Qualche ora dopo morì, come aveva desiderato, in silenzio. Per tutta la vita cercò di mettere Dio al centro e di non cercare riconoscimenti personali.
Il giovedì santo precedente, la vigilia del suo giubileo d'oro del sacerdozio, San Josemaría leggere: "Al compimento dei cinquant'anni, sono come un bambino che balbetta. Comincio, ricomincio, in ogni giorno.". Lo stesso anno, in un dopocena con i suoi figli del Consiglio generale, si definì così: "Il Padre? Un peccatore che ama Gesù Cristo, che non ha ancora imparato le lezioni che Dio gli dà; uno sciocco molto grande: questo era il Padre! Dillo a quelli che te lo chiedono, te lo chiederanno!". E ha espresso il desiderio di aiutare tutti.
Dal 6 ottobre 2002, data della sua canonizzazione, può aiutarci come santo intercessore. Lo stesso giorno San Giovanni Paolo II lo ha definito il santo della vita ordinaria, un esempio di come incontrare Dio nella nostra vita ordinaria.