Un lungo papato

Credere nella successione apostolica significa credere che Dio non improvvisa, che nulla è lasciato al caso e che il Papa di ieri è, come quello di oggi, un dono e un mistero. Che gli piaccia o no. Che sia o meno quello che avremmo scelto noi.

28 maggio 2025-Tempo di lettura: 2 minuti
Papa Leon

Gli echi del requiem per Francisco e l'entusiasmo per il prossimo pontefice ribolliva già in tutta la cristianità. Durante il conclave, tutti noi, in pubblico e in privato, abbiamo sentito ripetere la preghiera che "è lo Spirito Santo a scegliere".

Quella che sembrava, però, un'autentica preghiera, finì per rivelarsi come un voto nascosto: che esca quello che Dio vuole, sì, ma che sia il mio, o se no, almeno che non esca l'altro. Pietà da vetrina, preghiera diretta, fede da urna.

E lo dico perché ora che è uscito il libro Leone XIV -Il velo della neutralità sembra essere stato sollevato, con un'aria di restauro controllato e una certa gravità liturgica recuperata. Si comincia a percepire, e non isolatamente, il tono del "ora sì", come se la Chiesa avesse finalmente un Papa legittimo, come se il precedente non fosse stato altro che una lunga parentesi nel magistero. E poi, naturalmente, inizia l'insopportabile litania dei paragoni: "Francesco ha detto questo qui e Leone là", "finalmente parlano chiaro", "così si veste un Papa".

Non sarà superfluo ricordare che anche Francesco è stato scelto da Dio, che non è stato un'interferenza nel sistema o un fallimento nella matrice. Che nella storia della Chiesa i Papi non si succedono per correzione di errori, ma per pura provvidenza divina; e che paragonare l'uno all'altro è mettere in competizione i doni dello Spirito Santo. 

Mi auguro un lungo papato, naturalmente, perché auguro al Sommo Pontefice una lunga vita. Quello che non mi auguro è che sia lungo perché devo sopportare, per anni, tutte queste schiere di opinionisti di professione che fingono pietà e obbedienza mentre è evidente - perché è evidente - che la loro fedeltà non è mai stata a Pietro, ma alla loro idea - spesso piatta, capricciosa e ridotta - di quello che dovrebbe essere il primato.

Sono entusiasta dell'elezione di Leone XIV, ma l'onestà con la mia fede mi obbliga oggi a dire ad alta voce che credere nella successione apostolica significa credere che Dio non improvvisa, non lascia nulla al caso e che il Papa di ieri è, come quello di oggi, un dono e un mistero. Che gli piaccia o no. Che si adatti o meno. Che sia o meno quello che avremmo scelto noi.

L'autoreJuan Cerezo

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