Evangelizzazione

Boezio, 1500 anni di eredità: filosofo, politico e martire della verità

L'ultimo grande intellettuale romano e martire cristiano, Boezio, continua a far luce sul rapporto tra provvidenza divina e sofferenza umana.

David Torrijos-Castrillejo-24 settembre 2025-Tempo di lettura: 3 minuti
Boezio

©César Ojeda

Il 22 aprile 2007 Benedetto XVI ha visitato la Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia, accompagnato dall'allora Priore Generale degli Agostiniani, padre Robert Prevost. In quell'occasione il pontefice ha potuto venerare le reliquie del grande Sant'Agostino d'Ippona, lì conservate, ma anche quelle di un altro eminente intellettuale cristiano che in quella basilica viene venerato come martire ogni 23 ottobre: Anicius Manlius Torquatus Severinus Boethius. Si dà il caso che Prevost sia giunto al soglio pontificio nel 2025, nel 15° centenario del suo martirio, che deve essere avvenuto tra il 524 e il 526, poiché la data è dubbia.

Il suo nome tradisce le origini patrizie di Boezio, una caratteristica che lo portò a impegnarsi in politica durante il regno di Tedorico. Assunse grande importanza a corte. Coltivava il sogno di preservare l'eredità politica e intellettuale dei Greci e dei Romani nel nuovo ordine creato dai popoli germanici. Tra i tesori ereditati dall'Impero romano sconfitto c'era il cristianesimo, che aveva già conquistato i cuori dei vincitori. Boezio unì così le sue preoccupazioni politiche a un'impresa culturale di prim'ordine, che fu limitata dalle sue numerose occupazioni e dalla sua morte prematura.

Si era formato non solo nella più illustre cultura latina, ma anche nella filosofia greca, padroneggiando la lingua ellenica molto meglio del già citato sant'Agostino, importante punto di riferimento per Boezio. Una delle aspirazioni di questo cristiano laico e padre di famiglia era quella di facilitare l'accesso dei latini alla sapienza greca. Non poteva immaginare che, pur non riuscendo a portare a termine il suo progetto, sarebbe diventato uno dei grandi maestri dell'intellettualità medievale. Egli aspirava a tradurre e commentare l'intera opera di Platone e Aristotele per coloro che non erano in grado di leggere i loro libri in lingua originale. In realtà, riuscì a tradurre e commentare solo alcuni libri di Cicerone, Porfirio e Aristotele. Tuttavia, ciò fu sufficiente per esercitare un'influenza duratura.

Questa dedizione al pensiero laico non gli impedì di dare anche alcuni preziosi contributi in teologia con i suoi influenti opuscoli teologici, che sono stati tradotti nella nostra lingua proprio quest'anno (pubblicati da Sígueme). Erano anni in cui infuriavano ancora le grandi dispute trinitarie e cristologiche che avevano occupato le menti dei Padri della Chiesa.

La consolazione e la sua eredità spirituale

Boezio, essendo uno degli ultimi intellettuali romani, è in larga misura il padre della scienza medievale. Tuttavia, Boezio ha riacquistato il suo prestigio anche nel Rinascimento, quando la sua opera più nota, la "Consolazione della filosofia", è stata tradotta in varie lingue romanze.

Il suo impegno politico fu l'occasione per quest'ultima opera, la più importante dal punto di vista letterario. Alla fine del regno di Teodorico, cadde in disgrazia e trascorse la fine della sua vita in carcere a causa di un intrigo contro di lui, che alla fine lo portò alla morte. Durante la prigionia scrisse la "Consolazione", alternando versi e prosa e suggerendo metafore ben note come la "ruota della fortuna". La sfortuna lo aveva certamente visitato, ma questo gli permise di offrirci una straordinaria riflessione sulla provvidenza divina e sulla sofferenza umana.

Anche se Boezio usa il linguaggio dei pagani, in lui la fortuna non obbedisce più a un destino cieco, ma tutto è governato dalla provvidenza di Dio. Nessun male viene a coloro che si rifugiano nelle sue mani, la cui unica sfortuna è quella di essere separati da Lui. Spesso, quando abbiamo un momento difficile e qualcuno ci incoraggia a confidare nel piano di Dio, tendiamo a pensare che sia facile fare questo ragionamento a chi non soffre. Invece, nella magistrale "Consolazione" di Boezio troviamo la vibrante protesta della consolazione che si trova nella contemplazione della provvidenza da parte di chi ha sofferto perché è stato fedele a Dio, leale al suo re, alla verità e alla sua coscienza.

L'autoreDavid Torrijos-Castrillejo

Professore assistente, Facoltà di Filosofia, Università Ecclesiastica San Daámaso

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