Evangelizzazione

La fraternità libera dall'egoismo, dalle divisioni e dall'arroganza, dice Leone XIV

La fraternità non è un bel sogno impossibile ed è una delle grandi sfide per l'umanità. Ci libera dall'egoismo, dalle divisioni, dall'arroganza", ha detto Papa Leone XIV all'udienza generale di oggi.  

Francisco Otamendi-12 novembre 2025-Tempo di lettura: 3 minuti
Il Papa con gli ospiti della Caritas nell'agosto 2025.

Papa Leone XIV condivide un momento con gli ospiti, assistiti dall'agenzia Caritas della diocesi di Albano, durante un pranzo a Borgo Laudato Si' a Castel Gandolfo, Italia, il 17 agosto 2025 (CNS Photo/Lola Gomez).

Il Papa lo ha detto in diverse occasioni durante l'udienza di questa mattina in un'assolata Piazza San Pietro, ad esempio ai pellegrini di lingua francese e inglese, e oggi anche in croato. “La fraternità donataci da Cristo morto e risorto ci libera dalla logica negativa dell'egoismo, delle divisioni e dell'arroganza. 

Nella sua catechesi, incentrata sul tema ‘La spiritualità pasquale anima la fraternità’, Leone XIV ha sottolineato che “la fraternità è certamente una delle grandi sfide per l'umanità contemporanea”, ma non “un bel sogno impossibile», o «un desiderio di pochi sognatori”. La fraternità si basa sul comandamento di Gesù, “che ci ha amati e ha dato se stesso per noi, affinché possiamo amarci e dare la vita per gli altri».

“Omnes fratres”, tutti i fratelli e le sorelle

Non a caso, Papa Leone ha citato nella Pubblico San Francesco d'Assisi, che si rivolgeva a tutti come “fratello”, “omnes fratres’, tutti fratelli. Un concetto che è stato ripreso da Papa Francesco, il Pontefice lo ha ricordato, dopo 800 anni, nell'enciclica ‘Fratelli tutti’.

Leone XIV lo citava così: “Ciò dimostra la necessità, oggi più che mai urgente, di riconsiderare il saluto con cui San Francesco d'Assisi si rivolgeva a tutti, indipendentemente dalla loro provenienza geografica, culturale, religiosa o dottrinale: omnes fratres era il modo inclusivo con cui si rivolgeva a tutti". Francisco mette tutti gli esseri umani sullo stesso piano, proprio perché riconosce il loro comune destino di dignità, dialogo, accoglienza e salvezza”.

Una caratteristica essenziale del cristianesimo

Questo “tutti”, ha sottolineato il Successore di Pietro, esprime “una caratteristica essenziale del cristianesimo, che fin dall'inizio è stato l'annuncio della Buona Novella finalizzata alla salvezza di tutti, mai in modo esclusivo o privato». Inoltre, il Papa ha sottolineato che la fraternità è profondamente umana, nasce dalla capacità di relazionarsi gli uni con gli altri. Senza relazioni non possiamo sopravvivere, crescere, imparare“. E ha definito l'inimicizia ”un veleno".

“Se ci chiudiamo in noi stessi, corriamo il rischio di ammalarci di solitudine e persino di un narcisismo che si preoccupa degli altri solo per interesse personale. L'altro si riduce così a qualcuno da cui prendere, senza che noi siamo mai veramente pronti a dare, a donarci”, ha detto.

Ha poi osservato che “spesso pensiamo che il ruolo di fratello, di sorella, faccia riferimento alla parentela, al fatto di essere consanguinei, di appartenere alla stessa famiglia. In realtà, sappiamo bene che i disaccordi, le fratture e talvolta l'odio possono devastare anche le relazioni tra parenti, non solo tra estranei”.

“Gesù ci ha amati fino alla fine”.”

Solo alla luce della Risurrezione di Gesù possiamo capire la fraternità. Come dice il Vangelo, “Gesù ci ha amati fino alla fine”, ha sottolineato. “E i discepoli diventano pienamente fratelli, dopo tanto tempo di convivenza, non solo quando sperimentano il dolore della morte di Gesù, ma soprattutto quando lo riconoscono come il Risorto, ricevono il dono dello Spirito e diventano testimoni”. Il Risorto ci ha mostrato la strada per camminare con Lui, per sentirci, per essere “fratelli tutti‘’.

“L'inutile massacro della Prima Guerra Mondiale: manteniamo la pace”.”

Nel suo saluto ai polacchi, il Papa ha ricordato che “ieri abbiamo commemorato la fine dell'inutile massacro della Prima Guerra Mondiale, dopo il quale per molti popoli, compreso il vostro, è arrivata l'alba dell'indipendenza. Ringraziamo Dio per il dono della pace. Di cui, come diceva Sant'Agostino, non c'è assolutamente nulla di meglio. Custodiamola con il cuore radicato nel Vangelo, nello spirito di fratellanza e di amore per la patria”. 

L'autoreFrancisco Otamendi

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