Secondo la tradizione, ispirata Nel protovangelo apocrifo di Giacomo, Maria fu portata all'età di tre anni al Tempio di Gerusalemme dai suoi genitori, san Gioacchino e santa Anna, per consacrarla al Signore. La Chiesa contempla in questa precoce offerta della Presentazione della Vergine l'immagine di Maria come “tempio vivente”, colei che accoglierà nel suo grembo il Figlio di Dio.
La festa ha origini antiche. Era già celebrata in Oriente dal VI secolo, in relazione alla dedicazione della basilica di Santa Maria la Nuova a Gerusalemme. In Occidente sarebbe stata inserita nel calendario romano nel 1585 da Papa Sisto V. Al di là della data e dell'origine, questa memoria illumina il mistero di Maria come creatura pienamente aperta alla grazia fin dall'inizio della sua storia.
Chiamata attuale e segno profetico
La consegna iniziale della Vergine Maria anticipa momenti decisivi, come il suo “sì” nell'Annunciazione o la sua fedele presenza ai piedi della Croce. Molti autori spirituali vedono in questa festa un invito a offrire anche la nostra vita come tempio per Dio, seguendo le orme di Maria.
La Presentazione della Vergine Maria non è solo un ricordo del passato. È un invito attuale a scoprire la bellezza della fedeltà silenziosa, sottolineano gli autori. Questo giorno è anche un'occasione per ringraziare la vocazione di coloro che oggi consacrano la loro vita al Signore. In concomitanza con questa festa, la Chiesa celebra la Giornata Pro Orantibus, dedicata ai contemplativi.
Non è nemmeno un evento remoto, ma un segno profetico. Dio prepara con delicatezza la storia della salvezza, e lo fa contando sull'umile “sì” di una bambina. Bisogna distinguere questa festa dalla Presentazione del Signore al Tempio da parte di Maria e Giuseppe, che la liturgia celebra il 2 febbraio. Lì compaiono l'anziano Simeone e la profetessa Anna.




