La maggior parte delle testimonianze di Santa Maria de la Cabeza sono incluse nelle fonti relative alla vita di suo marito Sant'Isidoro. In esse, il sposi santi sono presentati come un modello di santità e un esempio di virtù. San Pietro Claver è il patrono delle missioni con gli africani, per la sua dedizione agli schiavi.
Santa Maria de la Cabeza (XII secolo), sposò sant'Isidoro, dal quale ebbe un figlio. Ha condiviso con il marito una vita di lavoro, pietà e carità. Sembra che il suo nome fosse Toribia e che sia diventata María a causa dell'eremo in cui fu sepolta fino al suo trasferimento a Torrelaguna nel 1615. L'appellativo "de la Cabeza" (della Testa) sembra derivare dal culto tributato separatamente alla sua testa come reliquia sacra.
Si ricorda che il 15 maggio si festeggia il marito, sant'Isidro Labrador, è stato canonizzato nel 1622 insieme a Sant'Ignazio di Loyola, San Francesco Saverio, San Filippo Neri e Santa Teresa di Gesù. L'unico laico e padre in un gruppo di religiosi illustri.
Patrono delle missioni cattoliche tra gli africani
Il lleidese Pedro Claver, S.J., nato nel 1581, non aveva ancora terminato gli studi di teologia quando fu assegnato alla missione della Nuova Granada, l'antico nome della Colombia. Il giovane sbarcò a Cartagena nel 1610 e fu ordinato sacerdote nel 1616 nella missione dove, per 44 anni, lavorò tra gli schiavi afroamericani. Era un periodo di boom del traffico di esseri umani.
Pietro ha giurato di servire sempre Schiavi africani. Le coste dove sbarcavano migliaia di persone divennero il campo di apostolato del giovane gesuita. Ogni mese, Pietro Claver andava loro incontro con la sua barca per portare cibo, soccorso e conforto.
Ha risvegliato il senso della dignità umana e della ha portato la fede ai non battezzati. Nel 1650 San Pietro Claver si ammalò di peste e morì nel 1654. Fu canonizzato nel 1888 da Leone XIII. Nel 1896 fu proclamato patrono delle missioni cattoliche tra gli africani.