I santi Simone e Giuda Taddeo sono due tra gli Apostoli meno conosciuti, anche se sono tra i più vicini al Maestro, essendo due suoi cugini, dice la giorni dei santi vaticani. La tradizione è del tutto vera nel caso di Giuda Taddeo, poiché è chiaro dalle Scritture che suo padre, Alfeo, era fratello di San Giuseppe, secondo Vatican News. Mentre sua madre, Maria di Clopas, era una cugina della Vergine. Per quanto riguarda Simone, non ci sono certezze.
San Fortunato di Poitiers afferma che Simone e Giuda Taddeo furono sepolti a Suanir, la città persiana dove subirono il martirio. Secondo la tradizione, è quasi certamente in questa parte del mondo che Simone, detto “lo Zelota” o “il Cananeo”, si mise in viaggio con il suo compagno di missione e di destino.
I Giuda che seguirono Gesù furono due, di cui Taddeo è il meno conosciuto, avendo preso il nome da colui che lo tradì, Iscariota. Quando gli Undici lasciarono Gerusalemme per proclamare il Regno di Dio in altre terre, Giuda Taddeo attraversò la Galilea e la Samaria per recarsi, nel corso degli anni, in Siria, in Armenia e nell'antica Persia. Qui incontrò Simone. La loro predicazione portò al battesimo di migliaia di babilonesi e di persone provenienti da altre città, aggiunge l'agenzia vaticana.
Martirologio
Il Martirologio Romano scrive: “Festa di San Simone e San Giuda, apostoli, il primo chiamato Cananeo o Zelotas, e il secondo, figlio di Giacomo o Taddeo. I quali, nell'ultima cena, chiesero al Signore della loro manifestazione, ricevendo questa risposta. Chi mi ama osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora in lui‘. Entrambi furono martirizzati.
San Giuda scrisse poco. Nella Bibbia si trova una sola sua lettera. Si trattava di una severa critica agli gnostici, eresia che separa il corporeo dallo spirituale. Il fisico o il corporeo sono il male, mentre lo spirituale è il bene. La sua lettera termina così: “Gloria eterna al Signore nostro Gesù Cristo, che è in grado di mantenerci liberi dal peccato e senza macchia nelle nostre anime, e con grande gioia”.




