Evangelizzazione

La vera devozione alla Santissima Vergine

Il "Trattato della vera devozione alla Santissima Vergine" rivela il ruolo essenziale di Maria nel piano di salvezza e nel cammino sicuro verso Cristo.

José Miguel Granados-25 novembre 2025-Tempo di lettura: 4 minuti
Vergine

La Vergine con il Bambino e Sant'Anna, di Leonardo da Vinci ©Web Gallery of Art

Il Trattato della vera devozione alla Santissima Vergine. Preparazione al regno di Gesù Cristo, capolavoro della pietà mariana e della teologia cattolica, fu pubblicato per la prima volta nel 1843, centoventisette anni dopo la morte del suo autore, il sacerdote francese san Luigi Maria Grignion de Monfort (1673-1716). La ricchezza del testo scaturisce dalla Sacra Scrittura, dai Padri della Chiesa e dalla Tradizione viva della Chiesa, attraverso la profonda esperienza spirituale e mistica del santo, nonché dalla maturità della sua azione missionaria.

San Giovanni Paolo II – che avviò il processo per la dichiarazione di san Luigi Maria dottore della Chiesa – testimoniava, nel suo libro-intervista con André Frossard, Non abbiate paura (1983): “La lettura di quel libro ha segnato nella mia vita un cambiamento radicale e definitivo”.

E nel suo dialogo con Vittorio Messori, raccolto nel volume Varcare la soglia della speranza (1994), parlava del suo motto episcopale, ispirato al Trattato (“Sono tutto tuo, e tutto ciò che ho è tuo, o mio gentile Gesù, per Maria tua santissima Madre”): “Totus tuus. Questa formula non ha solo una caratteristica di pietà, non è una semplice espressione di devozione: è qualcosa di più. Grazie a san Luigi Maria Grignion de Montfort ho compreso che la vera devozione alla Madre di Dio è essenzialmente cristocentrica e, inoltre, profondamente radicata nel Mistero trinitario di Dio e nei misteri dell'Incarnazione e della Redenzione”. 

Riportiamo ora un breve elenco di alcune sentenze della splendida dottrina mariologica contenuta nel Trattato di San Luigi Maria.

Mediatrice e dispensatrice di grazia

Ispirandosi all'etimologia del nome della Madre di Gesù, l'autore afferma poeticamente: “Dio Padre creò un serbatoio di tutte le acque e lo chiamò mare. Creò un serbatoio di tutte le grazie e lo chiamò Maria” (n. 23). In modo più teologico, constata la scelta divina di Maria come amministratrice dei meriti della redenzione di suo Figlio: “Dio Spirito Santo ha comunicato i suoi doni a Maria, sua fedele Sposa, e l'ha scelta come dispensatrice di tutto ciò che possiede. Lei distribuisce a chi vuole, quanto vuole, come vuole e quando vuole tutti i suoi doni e le sue grazie” (n. 25). Lei è stata quindi costituita “tesoriera delle sue ricchezze, dispensatrice delle sue grazie, realizzatrice dei suoi prodigi, riparatrice del genere umano” (n. 28).

È veramente Madre di Dio e della Chiesa, poiché “nell'ordine della grazia, il Capo e i membri nascono dalla stessa madre” (n. 32). Il suo intervento è indispensabile per seguire Cristo, così che “nessuno può giungere a un'intima unione con Nostro Signore e a una perfetta fedeltà allo Spirito Santo senza una strettissima unione con la Santissima Vergine” (n. 43). 

In Maria si realizza finalmente il sogno del Signore, poiché la Santissima Trinità riposa come in un paradiso nel suo cuore fedele, completamente fiducioso nelle promesse divine e totalmente docile all'azione del Paraclito. Per questo ha voluto costituirla canale dell'acqua viva e soprannaturale dello Spirito Santo: “Solo per mezzo di Lei hanno trovato grazia davanti a Dio tutti coloro che dopo di Lei l'hanno trovata, e solo per mezzo di Lei la troveranno tutti coloro che la troveranno in futuro” (n. 44).

Il sacerdote francese constata che l'invocazione e l'imitazione della prima e migliore discepola di Cristo è la via seguita dai cristiani che hanno incarnato pienamente il Vangelo nella storia della Chiesa: “i santi più grandi, le persone più ricche di grazia e virtù, sono i più assidui nell'implorare la Santissima Vergine e nel contemplarla sempre come il modello perfetto da imitare e l'aiuto efficace che deve soccorrerli” (n. 46).

Afferma inoltre l'universalità della singolare e specialissima cooperazione della Santissima Vergine nell'opera della redenzione: “La salvezza del mondo è iniziata per mezzo di Maria e per mezzo di Lei deve raggiungere la sua pienezza” (n. 49); “Maria, rimanendo perfettamente fedele a Dio, è diventata causa di salvezza per sé e per tutti i suoi figli e servi, consacrandoli al Signore” (n. 53).

La missione di Maria

Il ruolo di Maria nella Chiesa consiste nel facilitare l'unione dei redenti con il Redentore, suo divino Figlio. Ella ci conduce direttamente a Gesù: “Maria è il mezzo più sicuro, facile, breve e perfetto per arrivare a Gesù Cristo” (n. 55). A sua volta, la volontà del suo divino Figlio è quella di contare sulla sua beata madre per portare a tutti i frutti del suo sacrificio pasquale: “La tendenza più forte di Maria è quella di unirci a Gesù Cristo, suo Figlio, e la tendenza più viva del Figlio è che noi andiamo a Lui attraverso la sua santissima Madre. Per questo la Santissima Vergine è la via per arrivare al Nostro Signore” (n. 75).

Il santo afferma che, secondo i piani del Signore, “abbiamo bisogno di un mediatore davanti al Mediatore stesso e che l'eccelsa Maria è la più adatta a svolgere questo compito caritatevole. Per mezzo di Lei Gesù Cristo è venuto a noi, e per mezzo di Lei dobbiamo andare a Lui. Lei è così potente che le sue richieste non sono mai state ignorate” (n. 85). E conclude: “Per arrivare a Gesù Cristo bisogna andare a Maria, nostra Mediatrice di intercessione.

Per arrivare al Padre bisogna andare al Figlio, nostro Mediatore di redenzione” (n. 86). Allo stesso modo, afferma che, nella nostra condizione di natura decaduta e indebolita dal peccato, “è difficile perseverare nella grazia, a causa dell'incredibile corruzione del mondo. Solo la Vergine fedele, contro la quale il serpente non ha potuto nulla, compie questo miracolo a favore di coloro che la servono al meglio delle loro possibilità” (n. 89).

In definitiva, come affermò Giovanni Paolo II, “mettendo in relazione la Madre di Cristo con il mistero trinitario, Montfort mi ha aiutato a comprendere che la Vergine appartiene al piano di salvezza per volontà del Padre, come Madre del Verbo incarnato, che ha concepito per opera dello Spirito Santo. Ogni intervento di Maria nell'opera di rigenerazione dei fedeli non è in competizione con Cristo, ma deriva da lui ed è al suo servizio.

L'azione che Maria compie nel piano di salvezza fa direttamente riferimento a una mediazione che si realizza in Cristo” (Discorso, 13-10-2000). La Chiesa riconosce la “mediazione materna” di Maria e la venera come “madre spirituale dell'umanità e avvocata di grazia” (cfr. Lettera enciclica Redemptoris mater, 25-3-1987, nn. 38-49). Pertanto, il cammino spirituale del fedele consiste nel “configurarsi a Cristo con Maria” (cfr. Lettera enciclica Rosarium Mariae Virginis, 16-10-2002, n. 15).

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