Lo stile di Papa Leone XIV nel parlare ai giovani non è così vivace come quello di Papa Francesco - porta l'impronta di uno stile più calmo - ma le sue parole li raggiungono ancora come hanno fatto Benedetto XVI e Giovanni Paolo II.
Alla ricerca di Dio
Sentiamo una sete così grande e bruciante che nessuna bevanda di questo mondo può placare. Non inganniamo il nostro cuore di fronte a questa sete, cercando di soddisfarla con sostituti inefficaci. Piuttosto, ascoltiamola. Facciamone uno sgabello per salire e affacciarci, come bambini, in punta di piedi, alla finestra del nostro incontro con Dio.
Curare Cristo
Cari giovani, Gesù è l'amico che ci accompagna sempre nella formazione della nostra coscienza. Se volete davvero incontrare il Signore risorto, ascoltate la sua parola, che è il Vangelo della salvezza. Riflettete sul vostro modo di vivere, cercate la giustizia per costruire un mondo più umano. Servite i poveri e testimoniate così il bene che vorremmo sempre ricevere dal prossimo. Essere uniti a Gesù Cristo nell'Eucaristia. Adorare Cristo nel Santissimo Sacramento, fonte di vita eterna. Studiare, lavorare e amare seguendo l'esempio di Gesù, il Maestro buono che cammina sempre accanto a noi.
Sì, con Cristo è possibile! Con il suo amore, con il suo perdono, con la forza del suo Spirito. Cari amici, uniti a Gesù come i tralci alla vite, porterete molto frutto; sarete sale della terra, luce del mondo; sarete semi di speranza ovunque: in famiglia, con gli amici, a scuola, al lavoro, nello sport. Semi di speranza con Cristo, la nostra speranza.
Cristo ci rende liberi
Cari giovani, è vero quello che avete detto: "scegliere significa anche rinunciare a qualcosa e questo a volte ci blocca". Per essere liberi, dobbiamo partire da una base stabile, dalla roccia che sostiene i nostri passi. Questa roccia è un amore che ci precede, ci sorprende e ci supera infinitamente: l'amore di Dio. Perciò, davanti a Lui, la decisione è un giudizio che non ci toglie nessun bene, ma ci porta sempre al meglio. Il coraggio di scegliere nasce dall'amore che Dio ci mostra in Cristo. Egli è colui che ci ha amati con tutto il suo essere, salvando il mondo e mostrandoci così che il modo per realizzarci come persone è quello di dare la vita. Pertanto, l'incontro con Gesù corrisponde alle speranze più profonde del nostro cuore, perché Gesù è l'Amore di Dio fatto uomo.
La Chiesa
Troviamo Cristo nella Chiesa, cioè nella comunione di coloro che lo cercano sinceramente. Il Signore stesso ci riunisce per formare una comunità, non una comunità qualsiasi, ma una comunità di credenti che si sostengono a vicenda.
Portare Cristo al mondo intero
Abbiamo bisogno di discepoli missionari che portino il dono del Risorto al mondo; che diano voce alla speranza donataci da Gesù vivo, fino agli estremi confini della terra (cfr. Atti 1,3-8); possano arrivare ovunque ci sia un cuore che spera, un cuore che cerca, un cuore che ha bisogno. Sì, fino ai confini della terra, fino ai confini esistenziali dove non c'è speranza.
La pace
E il nostro grido deve essere anche per la pace nel mondo. Ripetiamo tutti: Vogliamo la pace nel mondo! [Preghiamo per la pace.
Consumismo
Comprare, accumulare, consumare non basta. Occorre alzare gli occhi, guardare in alto, alle "cose celesti" (Col 3,2), rendersi conto che tutto ha un senso, tra le realtà del mondo, solo nella misura in cui serve a unirci a Dio e ai fratelli nella carità.
Intelligenza artificiale
Oggi ci troviamo in una cultura in cui la dimensione tecnologica è presente in quasi tutto, soprattutto ora che l'adozione diffusa dell'intelligenza artificiale segnerà una nuova era nella vita delle persone e della società nel suo complesso. È una sfida che dobbiamo affrontare: riflettere sull'autenticità della nostra testimonianza, sulla nostra capacità di ascoltare e di parlare, sulla nostra capacità di comprendere e di essere compresi. Abbiamo il dovere di lavorare insieme per sviluppare un modo di pensare e un linguaggio del nostro tempo che dia voce all'Amore.
I social media
Non si tratta semplicemente di generare contenuti, ma di creare un incontro tra i cuori. Si tratta di andare alla ricerca di coloro che soffrono, di coloro che hanno bisogno di conoscere il Signore, affinché possano guarire le loro ferite, rimettersi in piedi e trovare un senso alla loro vita. Questo processo inizia innanzitutto con l'accettazione della nostra povertà, mettendo da parte ogni finzione e riconoscendo il nostro innato bisogno del Vangelo.
Mi rivolgo a tutti voi: "Andate a riparare le vostre reti". Gesù chiamò i suoi primi apostoli mentre stavano riparando le loro reti da pescatori (cfr. Mt 4,21-22). Lo chiede anche a noi, anzi, ci chiede oggi di costruire altre reti: reti di relazioni, reti di amore, reti di scambio libero, dove l'amicizia è autentica e profonda. Reti in cui si possa riparare ciò che è stato rotto, in cui si possa rimediare alla solitudine, indipendentemente dal numero di seguaci - quelli che ci seguono -. seguace-ma sperimentando in ogni incontro l'infinita grandezza dell'Amore. Reti che aprono spazi per l'altro, più che per se stessi, dove nessuna "bolla di filtraggio" può attutire la voce del più debole. Reti che liberano, reti che salvano. Reti che ci fanno riscoprire la bellezza di guardarci negli occhi. Reti di verità. In questo modo, ogni storia di bene condiviso sarà il nodo di una rete unica e immensa: la rete delle reti, la rete di Dio.
Oggi ci sono algoritmi che ci dicono cosa dovremmo vedere, cosa dovremmo pensare e chi dovrebbero essere i nostri amici. E allora le nostre relazioni diventano confuse, a volte ansiose. Quando lo strumento domina l'uomo, l'uomo diventa uno strumento: sì, uno strumento del mercato e a sua volta una merce. Solo relazioni sincere e legami stabili fanno crescere storie di vita belle.
Polarizzazione
Essere agenti di comunione, capaci di rompere la logica della divisione e della polarizzazione, dell'individualismo e dell'egocentrismo. Concentrarsi su Cristo, per superare la logica del mondo, dell'individualismo e dell'egocentrismo. notizie false e la frivolezza, con la bellezza e la luce della verità (cfr. Jn 8,31-32).
Condividere ciò che abbiamo vissuto a Roma
Cari giovani, vorrei che teneste nel cuore tutto ciò che vivrete in questi giorni, ma non solo per voi stessi. È molto importante che ciò che vivete qui non sia solo per voi stessi. Dobbiamo imparare a condividere. Per favore, non lasciate che rimanga solo un ricordo, solo una bella immagine, solo qualcosa del passato.