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"Conversos": riconoscere Cristo alla fine del Medioevo

David Jiménez Blanco, economista appassionato del passato, racconta in Conversos la storia delle conversioni ebraiche nella Spagna medievale.

José Carlos Martín de la Hoz-30 maggio 2025-Tempo di lettura: 4 minuti
Convertiti

L'economista David Jiménez Blanco (Granada 1963), specialista in investment banking e manager di grandi aziende, è allo stesso tempo un esperto storico dei tempi passati della nostra terra e, con l'opera che presentiamo, dimostra che la storia può essere una seconda professione o un mestiere perché, come diceva San Josemaría, riposare è cambiare mestiere, cosicché il lettore vedrà che Jiménez Blanco ha studiato e si è divertito a documentare e a scrivere molto. "Conversos"..

Un titolo fuorviante

In ogni caso, cominciamo col segnalare che il titolo dell'opera è un po' fuorviante, poiché dalla sua lettura è facile dedurre che l'autore intende sviluppare un saggio di teologia della storia per mostrare i processi di conversione degli ebrei di Siviglia, Valencia e Burgos negli anni 1390-1391, quando cominciarono a verificarsi abbondanti conversioni dall'ebraismo al cristianesimo in alcune grandi città della Hispania.

Allo stesso modo, dal sottotitolo si poteva azzardare che avremmo assistito alla "metanoia" o conversione interiore al cristianesimo di Salomón Leví, il più importante ebreo dei regni di Castiglia e Aragona, che fu il grande rabbino di Burgos e che, dopo un certo tempo, sarebbe stato ordinato sacerdote e vescovo per finire ad occupare la sede arcivescovile di Burgos, allora la più importante della Castiglia.

Di cosa si tratta in realtà

In realtà, il libro è una grande esposizione e ambientazione storica della convivenza tra ebrei, musulmani e cristiani al tempo della fine della Reconquista, il XIV e XV secolo, quando i cristiani che vivevano nella Penisola Iberica si interrogavano intensamente sul motivo della mancanza di conversioni degli ebrei al cristianesimo e giungevano alla conclusione di non essersi spiegati bene. 

Sia i teologi cristiani che il popolo fedele erano convinti che, se fossero riusciti a spiegarsi meglio, sarebbero sicuramente diventati una massa, come in effetti avvenne.

Infatti, dopo la pubblicazione negli anni Cinquanta degli Atti della "Disputa di Tortosa" (Antonio Pacios, Istituto CSIC-Arias Montano, 1957), conosciamo bene la convocazione di Papa Luna, Benedetto XIII, e del Re d'Aragona, Ferdinando I, ai grandi uomini del regno d'Aragona, al clero e alla nobiltà, nonché agli ebrei più importanti, per assistere a una disputa pubblica di quasi due anni.

Per sessantasette sedute (1413-1414), mattina e pomeriggio, si riunirono per ascoltare i migliori e più esperti rabbini delle promesse messianiche: il principale era il rabbino Albó (309) e il migliore scritturale cattolico dell'epoca: Jerónimo de Santa Fe (302), per rispondere entrambi a un'unica domanda: se Gesù Cristo avesse adempiuto o meno a tutte le profezie messianiche. Gli Atti che ogni sera venivano firmati e sigillati sia dai disputanti che dalle autorità presenti testimoniano l'intensa e serena esposizione da entrambe le parti.

Infine, alla fine del libro, l'opera di Pacios include gli echi della disputa di Tortosa: migliaia di ebrei di ogni genere e condizione si convertirono e i più grandi del regno furono, di fatto, patrocinati dai re e dai nobili sia della Castiglia che del regno di Aragona, come padrini per il battesimo, la cresima e il matrimonio di questi nuovi cristiani.

Tre tipi di cittadini

Infatti, dopo questi eventi, vale la pena notare che le cronache affermano categoricamente l'esistenza in Castiglia e Aragona di tre tipi di cittadini (se di cittadini si può parlare a quei tempi): i vecchi cristiani, cioè i cristiani di sempre, le famiglie che ebbero un ruolo di primo piano nella riconquista delle terre cristiane dell'Hispania, che nel 711 subirono l'umiliazione della conquista come punizione per la disunione di quei nobili visigoti, alcuni ancora ariani e non convertiti, che cedettero ai musulmani.

La seconda categoria sarebbe quella degli ebrei che non avevano ricevuto la grazia della fede e del battesimo e che continuavano, quindi, a essere fedeli alla legge di Mosè e sotto la protezione del re di Castiglia, perché come diceva il libro delle Partidas per perpetuare la memoria del popolo deicida.

Infine, c'era il grande e numerosissimo gruppo dei nuovi cristiani, convertiti di recente al cristianesimo, che contribuivano con i loro talenti e con l'amore del convertito, e questo, logicamente, si notava sia nell'esercizio della vita ascetica che nel misticismo e nella letteratura, come si osserverà nell'Età d'oro del cristianesimo. mistica Castigliano del XVI secolo.

Critiche e calunnie

Allo stesso tempo, emersero critiche da entrambe le parti. Da un lato, alcuni vecchi cristiani cominciarono a manifestare il loro disagio nel vedere nuovi cristiani - ebrei convertiti - guadagnare rapidamente posizioni importanti nella magistratura, nel governo locale, nell'esercito, nelle campagne, nella chiesa e persino nella milizia. In risposta, diffusero accuse di apostasia o di pratiche religiose miste a elementi del giudaismo.

D'altra parte, ci furono anche calunnie da parte di alcuni ebrei che, sentendosi traditi nella loro fede, accusarono i convertiti di non essere né buoni ebrei né veri cristiani, insinuando che la loro conversione fosse stata motivata solo dal desiderio di lasciare l'ebraismo e salire nella scala sociale.

In questo contesto, i monarchi cattolici, con l'obiettivo di raggiungere la totale unità dei loro regni - politica, giuridica e religiosa - chiesero a Papa Sisto IV di creare l'Inquisizione in Castiglia. Questa istituzione aveva il compito di indagare su eventuali false conversioni o casi di apostasia tra i nuovi cristiani, con l'intento di ristabilire la pace e la coesione sociale. Tuttavia, non essendo riusciti a raggiungere la piena unità di fede, i monarchi presero la decisione sbagliata: espellere gli ebrei dai loro territori. Furono gli ultimi in Europa a farlo e questa fu una grande perdita per l'intera società.

Convertiti

TitoloI convertiti. Da Salomon Levi, rabbino, a Paolo di Santa Maria, vescovo.
Autore: David Jiménez Blanco
Editoriale: Almuzara
Numero di pagine: 422
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