Cinema

Luci eroiche nel selvaggio West 

La miniserie di Netflix che unisce storia e finzione con personaggi complessi e momenti di luce in mezzo all'oscurità.

Pablo Úrbez-21 luglio 2025-Tempo di lettura: 2 minuti

Serie

IndirizzoMark L. Smith, Peter Berg
Distribuzione: Taylor Kitsch, Betty Gilpin, Kim Coates
Piattaforma: Netflix
PaeseStati Uniti, 2025


C'era una volta su ovest - NetflixUtah, Stati Uniti, 1857. Sara e suo figlio aspettano una guida per dirigersi verso ovest, dove lei spera di incontrare suo marito a Crooks Springs. Pratt e Abish, nel frattempo, sono due mormoni appena sposati che si stanno dirigendo verso l'insediamento di Brigham Young, governatore dello Stato e presidente della Chiesa di San Paolo. Chiesa mormone. Due Lune è una ragazza indiana che fugge dalla sua tribù, Isaac un famoso cacciatore che vive nella foresta e Dellinger il capitano dell'unico reggimento dell'Unione schierato sul territorio. Le vite di tutti questi personaggi si incroceranno in un'avventura di proporzioni epiche.

Questa miniserie Netflix in sei parti è un colossal western, che dispiega davanti allo spettatore un universo faraonico di ambientazioni e personaggi. Il risultato è una profonda immersione nella realtà storica dello Utah del 1857, che alterna eventi storici a trame di finzione, mostrando l'illusione di costruire il futuro in una terra di frontiera, ma anche con tutta la sua crudezza e drammaticità. C'era una volta il West è un'opera cruda e straziante, con un'alta dose di violenza fisica e situazioni sgradevoli. E, allo stesso tempo, è abbastanza intelligente da non essere morboso o sensazionalista; si astiene dal crogiolarsi nella violenza e nella sordidezza, usandole solo come risorsa per riflettere la dura realtà che la storia richiede, senza trasformarle in uno spettacolo visivo.

I personaggi hanno i loro spigoli, le loro luci e le loro ombre, nascondono il loro passato e celano le loro intenzioni, il che li rende tremendamente attraenti e plausibili. Si evolvono, a volte cambiano le loro percezioni, ed è chiaro che non sono gli stessi dell'inizio della storia. In questo senso, la serie non è relativista, ma ottimista; emana un ottimismo inesorabilmente ancorato alla debole natura umana. Così, ogni azione eroica, per quanto minima e marginale, brilla di luce propria in un'atmosfera di male, dolore e cinismo. Ci sono domande sull'origine del male e sulla trascendenza a cui è difficile rispondere, ed è per questo che a volte le azioni chiariscono il mistero meglio delle parole. Le interpretazioni sono favolose, sia quelle di Taylor Kitsch e Betty Gilpin nei ruoli principali, sia quelle degli attori non protagonisti che rappresentano il lato perverso.

L'autorePablo Úrbez

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