


Film

In un periodo in cui le commedie romantiche tendono a ripetersi, "Un viaggio grande, coraggioso e meraviglioso" si prende il rischio di proporre qualcosa di diverso.
Diretto da Kogonada, regista noto per la sua sensibilità visiva, il film unisce l'intimo al fantastico, offrendo una storia che abbaglia dal punto di vista estetico e riflette sulla memoria e sull'amore. La storia segue Sarah (Margot Robbie) e David (Colin Farrell), due sconosciuti che si incontrano a un matrimonio e, per caso - o per provvidenza - finiscono per essere collegati da un misterioso GPS. Il dispositivo li conduce non lungo strade, ma attraverso i passaggi del loro passato. Ogni tappa è un incontro con ferite, ricordi e affetti irrisolti. Quello che sembra un viaggio accidentale diventa uno specchio interiore in cui entrambi devono decidere se rimanere intrappolati in ciò che è stato o osare camminare verso il nuovo.
La grande virtù del film risiede nel suo approccio visivo (inquadrature attente, silenzi significativi, momenti che sembrano sospesi nel tempo), e Robbie e Farrell mettono in campo una chimica discreta, trasmettendo tenerezza e malinconia con i gesti piuttosto che con le parole, che si rivolge a un pubblico "zaino in spalla", che può e deve identificare le parti della sceneggiatura che sembrano terribili come intenzionali. Come due persone che cercano di fingere, non come un copione privo di verità. Quando le maschere dei protagonisti cadono, il film inizia a diventare un'esperienza intima sui traumi infantili e adolescenziali che ci impediscono di amare. La formula per risolverli è divertente, allo stesso tempo tenera e accattivante in molte occasioni. Il risultato è diseguale: affascinante in alcune parti, un po' freddo in altre.
Al di là dei suoi limiti (a volte la sceneggiatura soffre un po' e lascia che gli squarci di verità vengano utilizzati in frasi di circostanza), il film ci ricorda che nessuno può fuggire dalla propria storia, ma essa non ci determina. Il fantastico GPS simboleggia quella guida che, come la grazia di Dio, ci conduce lungo percorsi inaspettati verso l'essenziale. A volte basta fare il primo passo. Il primo sì. Quel piccolo salto della fede.
Così, "Un viaggio grande, audace e meraviglioso" ci invita a guardare in faccia i nostri "traumi", a esaminare i nostri zaini e ad andare avanti con la fiducia che anche le cose più dolorose possono essere trasformate e che tutti possiamo amare. La vita può sempre essere un viaggio audace e meraviglioso. Dipende da noi.