Il medico italiano Mariolina Ceriotti Migliares parla nel suo libro "Erotico e materno"Le due dimensioni della donna. Entrambe sono intrecciate e hanno il loro scopo. La dimensione erotica è fondamentale per un'equilibrata autostima e nel rapporto di coppia per una relazione complementare tra uomo e donna". Lo psichiatra spiega che queste dimensioni nascono dallo sguardo proprio del maschio, a partire dal padre e dai fratelli, e si sviluppano nel rapporto con gli altri uomini.
Esperanza Ruiz, nel numero di aprile de La Antorcha, sviluppa questa idea: "Le donne sono costruite sul riferimento a un padre. L'eclissi della figura paterna ci indebolisce profondamente. Un padre è il primo uomo che pronuncia il nostro nome e il traino che prendiamo per guidare i nostri cuori. La bambina che si sente amata e importante per il padre diventa consapevole del suo valore e scaccia le paure.
Non c'è femminilità più profonda di quella che è stata custodita, di cui ci si è fidati e che è stata accompagnata nelle cadute. Così, quando si tratta di un rapporto di coppia, l'attrazione è reciproca tra l'uomo e la donna, perché c'è una femminilità e una mascolinità definite che portano a un'unione non solo corporea ma anche spirituale.
Allo stesso tempo, nel rapporto con i figli, la donna esercita la sua maternità, che è un segno di tenerezza e di dedizione illimitata verso chi è nato dal suo grembo. Curiosamente, si sviluppa grazie all'altra dimensione, ovvero è il frutto dell'attrazione tra uomo e donna. Questo porta la donna a mostrare una particolare bellezza e freschezza durante la gravidanza.
Jaume Vives racconta questo momento nello stesso numero di aprile de La Antorcha: "La gravidanza, che Teresa Pueyo paragona splendidamente all'Eucaristia - al di là di tutte le distanze - oggi diventa non un miracolo che dà la vita e ci mostra l'impronta del Creatore, ma un ostacolo che deve essere superato o neutralizzato perché non ci colpisca".
Ana Iris Simón, la famosa e suggestiva scrittrice e giornalista - madre di due figli - ha sottolineato in un'azzeccata rubrica intitolata "La vera maternità" su ELLE, una delle chiavi per comprenderla: "Sebbene anche trasformare la genitorialità in una gara di lutto abbia i suoi meriti: dato che il messaggio che si riceve dalle reti è che si tratta di una valle di lacrime, quando la si vive ci si rende conto che non è poi così male. E che la vera maternità è indossare un reggiseno da allattamento con tracce di vomito, occhiaie fino ai piedi e una borsa piena di colori, pezzi di Lego e panini mangiati a metà. Ma è anche, e soprattutto, la gioia e l'appagamento di vivere per far vivere gli altri.
Prima e dopo il parto, la donna sviluppa questa sfaccettatura che non può essere soppiantata da nessuno - nemmeno dall'intelligenza artificiale - perché è necessaria affinché la prole si sviluppi come persona. Questa dimensione materna è spesso vista come una limitazione della libertà da parte di un femminismo malinteso, anche se non lo è, perché è un atto di dedizione libera e generosa, di cui siamo tutti grati, come una buona madre si dedica ai suoi figli.
Quindi entrambe le dimensioni, erotica e materna, sono modi di donarsi all'altro, il problema nasce quando i ruoli vengono confusi. Il dottor Ceriotti spiega che queste dimensioni sono complementari e ci mette in guardia dal pericolo di riversare una delle due dimensioni nella persona sbagliata.
In altre parole, parla di due psicopatologie sempre più comuni: madri che trattano i loro mariti come figli o madri che trattano i loro figli come mariti.
Se il rapporto in un matrimonio è di tipo materno e non di attrazione, non ci sarà pienezza o complementarietà tra uomo e donna e questo porterà a disfunzionalità che si ripercuoteranno sulla famiglia. E viceversa, eroticizzare la relazione con il proprio figlio, cercando l'affetto per il proprio marito nel proprio figlio, porta a figli tirannici che "detronizzano" il padre.
Entrambe le realtà sono sempre più frequenti e spesso inosservate. È quindi importante considerare le relazioni con i nostri familiari, in modo da rafforzare i legami sani e curare quelli malsani.