


Il 9 settembre, la Commissione Sanità del Senato cileno ha approvato la legge sull'eutanasia inviata dal governo; 2 senatori di sinistra e 1 indipendente hanno votato a favore e 2 senatori di destra hanno votato contro. La legge passerà ora all'aula per il voto di tutti i senatori.
Nelle settimane precedenti, diversi esperti hanno parlato davanti alla Commissione. Il cardinale Fernando Chomalí, arcivescovo di Santiago, accompagnato da monsignor Juan Ignacio González, vescovo di San Bernardo, ha presentato la posizione della Chiesa cattolica.
Il giorno dopo il voto, il Comitato permanente della Conferenza episcopale cilena ha rilasciato una dichiarazione. Si inizia ricordando le parole di San Giovanni Paolo II: "L'eutanasia rimane un atto inammissibile, anche in casi estremi, poiché costituisce "una grave violazione della Legge di Dio, in quanto è un'eliminazione deliberata e moralmente inaccettabile di una persona umana". Questa dottrina si basa sulla legge naturale e sulla Parola di Dio scritta; è trasmessa dalla Tradizione della Chiesa e insegnata dal Magistero ordinario e universale" (Evangelium Vitae, n. 65).
Ricordano che "la scienza medica e l'esperienza legislativa di altre nazioni hanno avvertito - sulla base della realtà di ciò che è accaduto - che l'apertura legale all'eutanasia porta sempre a un progressivo ampliamento delle cause ammesse, conducendo infine alla cosiddetta medicina del desiderio, dove il valore della vita è misurato dall'utilità o da una decisione personale".
I vescovi confidano nella saggezza del Senato e nella sua responsabilità di proteggere la vita e sperano che la legislazione che consente l'eutanasia non venga approvata.
Nelle prossime settimane è prevista una votazione su questa legge al Senato, il cui esito è incerto.