Vaticano

Giovani: ecco la speranza del Papa

Papa Leone XIV ha incontrato più di un milione di giovani a Tor Vergata, segnando il suo primo grande incontro mondiale con i giovani. Con gesti di vicinanza, adorazione eucaristica e messaggi di speranza, ha ribadito che l'amicizia in Cristo può cambiare il mondo.

Luísa Laval-3 agosto 2025-Tempo di lettura: 3 minuti
giovane speranza

©CNS photo/Vatican Media

Tor Vergata, Roma. - Questa è la giovinezza del Papa!" Abbiamo risentito il "grido di battaglia" con cui di volta in volta generazioni di giovani acclamano all'unisono il Romano Pontefice: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco e, per la prima volta, il neo-arrivato Papa Leone XIV. È alla guida della Chiesa da soli tre mesi, ma abbastanza a lungo per affascinare più di un milione di persone provenienti da almeno 146 Paesi a Tor Vergata, che questo fine settimana è diventata il cuore del mondo.

Le immagini sono a dir poco commoventi: un Papa che entra con la croce, accompagnato da giovani provenienti da ogni angolo del mondo. Tra i saluti dalla papamobile, sempre con il suo caldo sorriso e i suoi gesti paterni. Immagini che danno speranza nell'anno giubilare che porta il suo nome. 

"Ognuno di noi è chiamato a confrontarsi con grandi domande che non hanno [...] una risposta semplicistica o immediata, ma che ci invitano a intraprendere un viaggio, a superare noi stessi, ad andare oltre [...], a un decollo senza il quale non c'è volo. Non allarmiamoci, dunque, se ci troviamo interiormente assetati, inquieti, incompleti, desiderosi di senso e di futuro [...]. Non siamo malati, siamo vivi!", ha invitato il Papa ai suoi giovani nell'omelia di questa domenica, riprendendo le parole di Papa Francesco alla GMG di Lisbona. 

Veglia

La Veglia è stata caratterizzata da un'atmosfera di dialogo. Il primo è stato quello tra i giovani e il Papa, che ha affrontato tre grandi preoccupazioni del nostro tempo: la solitudine, la paura e la superficialità. La risposta del Papa: l'amicizia, il coraggio e il profondo desiderio di felicità di ognuno.

"Il coraggio di scegliere nasce dall'amore che Dio ci mostra in Cristo. È lui che ci ha amati con tutto il suo essere, salvando il mondo e mostrandoci così che il modo per realizzarci come persone è quello di dare la vita. Per questo l'incontro con Gesù corrisponde alle speranze più profonde del nostro cuore, perché Gesù è l'Amore di Dio fatto uomo".

Un altro dialogo si è instaurato tra il Papa stesso e i suoi predecessori: ha citato Francesco, Benedetto XVI e Giovanni Paolo II. Non poteva mancare il dialogo con Sant'Agostino, figura che riesce a trasmettere come un giovane inquieto di oggi.

Tuttavia, il dialogo principale si è svolto nell'adorazione eucaristica, che ha unito momenti di impressionante silenzio tra il milione di giovani presenti a Tor Vergata al canto eucaristico. Marco Frisina, a 25 anni dal Giubileo del 2000, continua a rendere possibile, insieme al suo coro della diocesi di Roma, la trasformazione di una folla in un incontro personale con Cristo.

Tutte le strade

Gli ultimi giorni sono stati più affollati del solito nella città eterna: giovani e famiglie da tutto il mondo hanno percorso le strade che portano al cuore del mondo.

Ancora una volta è suonato il "Tutti! Tutti! Tutti! Tutti!" avviato da Papa Francesco: bandiere, lingue, carismi e colori diversi illustrano il volto della Chiesa universale, che ha avuto il suo primo grande incontro con Leone XIV.

Il Papa aveva già sorpreso la folla in un'apparizione non programmata al termine della Messa di benvenuto al Giubileo, martedì 29. "Il nostro desiderio è che tutti voi siate sempre segni di speranza nel mondo. Oggi siamo solo all'inizio. Nei prossimi giorni avrete l'opportunità di essere una forza che può portare la grazia di Dio, un messaggio di speranza, una luce per la città di Roma, per l'Italia e per il mondo intero. Camminiamo insieme con la nostra fede in Gesù Cristo", ha detto al termine della visita di Piazza San Pietro.

Se tutte le strade portano a Roma, si può dire che tutte partono da qui. Gli incontri di un Papa con i suoi giovani sono in un certo senso il segno del suo pontificato: come non ricordare Giovanni Paolo II con il suo "non abbiate paura!" all'inizio del suo pontificato nel 1978? O Benedetto XVI inginocchiato davanti al Santissimo Sacramento, fermo, durante la tempesta della GMG di Madrid nel 2011? O Francesco con il suo forte "Siate protagonisti. Giocate in avanti. Date un calcio in avanti, costruite un mondo migliore!" alla GMG di Rio del 2013?

"Cari giovani, amatevi l'un l'altro. Amatevi in Cristo. Sappiate vedere Gesù negli altri. L'amicizia può davvero cambiare il mondo. L'amicizia è la via della pace". Questa è l'impronta che Leone XIV vuole lasciare. Questa è la speranza del Papa, della Chiesa, del mondo.

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