Vaticano

Il Papa invita gli arabi di Terra Santa a trasformare la prova in preghiera

In una giornata di pioggia a Roma, il Papa ha invitato i fedeli di lingua araba, in particolare quelli della Terra Santa, durante l'Udienza di oggi, a convertire il "momenti di prova e di tribolazione nella preghiera fiduciosa, perché Dio ascolta sempre i suoi figli". Ieri Leone XIV ha definito "grave" il bombardamento israeliano dei leader di Hamas a Doha, in Qatar.

Francisco Otamendi-10 settembre 2025-Tempo di lettura: 3 minuti
Il Papa saluta i fedeli in Piazza San Pietro il 7 settembre.

Papa Leone XIV saluta i pellegrini dopo aver celebrato la Messa di canonizzazione dei Santi Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati in Piazza San Pietro, in Vaticano, il 7 settembre 2025. (Foto CNS/Lola Gomez).

Papa Leone ha avuto nel Pubblico L'udienza generale del Papa di questa mattina, in una piovosa mattinata romana, ha avuto due momenti in cui ha fatto particolare riferimento alle guerre. Rivolgendosi ai fedeli di lingua araba, in particolare a quelli della Terra Santa, li ha invitati a "trasformare il loro grido nei momenti di prova e tribolazione in preghiera fiduciosa". "Perché Dio ascolta sempre i suoi figli e risponde quando è meglio per lui", ha detto.

In seguito, rivolgendosi agli oratori polacchi, ha ricordato che "oggi si celebra la Giornata nazionale dei bambini polacchi vittime della guerra, che commemora simbolicamente le loro sofferenze e il loro contributo alla ricostruzione della Polonia dopo la Seconda guerra mondiale".

"Ricordate anche nelle vostre preghiere e nei vostri progetti umanitari i bambini dell'Ucraina, di Gaza e di altre regioni del mondo devastate dalla guerra", ha detto. Affido voi e i bambini che oggi soffrono alla protezione di Maria, Regina della Pace". La paceVi benedico di cuore.

"La situazione è davvero grave".

Ieri, lasciando la sua residenza di Castel Gandolfo, Leone XIV ha risposto brevemente alle domande dei giornalisti sul bombardamento di Doha, in Qatar: "Non sappiamo come stanno andando le cose. Dobbiamo pregare molto, continuare a lavorare e insistere sulla pace". Quanto all'ordine di evacuazione di Gaza City, il Pontefice ha detto di aver cercato di contattare il parroco: "Non ho notizie".

Leone XIV espresse la sua preoccupazione per ciò che stava accadendo in Medio Oriente, riferì la agenzia vaticanaLa situazione è davvero grave", ha detto. "Non sappiamo dove andranno le cose; è sempre grave. Dobbiamo pregare con fervore e continuare a lavorare, cercare e insistere per la pace".

Il grido di Gesù sulla croce

Nella catechesi di apertura, il Papa ha proseguito il tema del Giubileo "Gesù Cristo, nostra speranza" e ha incentrato la sua meditazione sul grido di Gesù sulla croce: "Gesù gettò un forte grido e spirò" (Mc 15,37).

"In questa catechesi contempliamo la morte di Gesù sulla croce. Il Vangelo ci offre un particolare molto prezioso, e cioè che Gesù non muore in silenzio, ma dà la vita con un grido. Questo grido esprime dolore, abbandono, fede, offerta totale di sé", ha sottolineato il Papa. 

Grido di dolore al Padre, di umanità: preghiera 

"Il Figlio, che ha sempre vissuto in intima comunione con il Padre, sperimenta ora il silenzio, l'assenza, l'abisso. Ma il grido di Gesù non è di disperazione, bensì di sincerità e verità, e rivela una fiducia profonda, che perdura anche quando tutto tace".

Il Pontefice ha sottolineato che "nel Crocifisso possiamo riconoscere un Dio che non rimane distante, ma che entra nel profondo del nostro dolore. Il suo grido è un profondo atto di umanità, ed è anche una forma estrema di preghiera. 

In quel grido, Gesù grida al Padre perché crede in lui, perché lo ama e non ha perso la speranza. Così "ci insegna, nelle nostre notti buie, a offrire al Padre le nostre grida di dolore. Sono grida di speranza nell'ora della prova, che ci aiutano a fidarci e ad aprire il cuore al Dio che salva".

Il centurione capisce

Il centurione, un pagano, comprende l'amore di Gesù. "Non perché ha sentito un discorso, ma perché ha visto Gesù morire in quel modo: "Veramente quest'uomo era Figlio di Dio" (Mc 15,39). È la prima professione di fede dopo la morte di Gesù". 

Chiediamo allo Spirito Santo, ha concluso Papa Leone, di aiutarci "a dare voce alle sofferenze dell'umanità attraverso la nostra preghiera e le opere concrete di carità, affinché questa voce, unita a quella di Cristo, diventi fonte di speranza per tutti".

Ai pellegrini di lingua francese, con un gruppo proveniente da Montreal (Canada), il Papa ha detto: "Quando verrà il tempo della prova, come i nuovi santi Pier Giorgio Frassati e Carlo AcutisImpariamo da Cristo il grido di speranza e il desiderio di aprire il nostro cuore alla volontà del Padre, che desidera la nostra salvezza.

L'autoreFrancisco Otamendi

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