Spagna

La giustizia ordina lo sfratto delle ex monache scismatiche del monastero di Belorado

Il tribunale ha dato ragione all'autorità ecclesiastica e ha condannato le ex suore scismatiche a pagare le spese legali del procedimento.

Javier García Herrería-1° agosto 2025-Tempo di lettura: 2 minuti
Belorado. Compravendita di monasteri, setta pseudo-cattolica e cismo?

Il Tribunale di Briviesca ha emesso una sentenza che accoglie integralmente il ricorso del Commissario Pontificio e ordina lo sfratto delle ex monache scismatiche dal monastero di Belorado. La sentenza, notificata il 31 luglio alle parti interessate, riconosce la legittima autorità del Commissario come Superiore maggiore, amministratore e rappresentante legale del monastero e dichiara che le ex monache devono lasciare immediatamente la proprietà.

Nella sentenza 80/2025 si dichiara "ammissibile lo sfratto del convenuto" e si condannano le ex suore a "liberare e lasciare il suddetto immobile libero e a disposizione dell'attore, con diffida allo sfratto se non lo faranno spontaneamente".

Il recente processo

Il processo si è svolto il 29 luglio, dopo il rinvio di due precedenti udienze. In esso, la rappresentanza del Commissario Pontificio ha difeso che le monache rimaste fedeli alla Chiesa costituiscono l'unica comunità monastica legittima e che il Commissario, nominato dalla Santa Sede, è il loro superiore, riconosciuto sia dal diritto canonico che dal diritto civile spagnolo. Da parte loro, le ex monache hanno esercitato il diritto alla difesa, anche se le loro argomentazioni non sono state accolte dal tribunale.

La sentenza è chiara nell'affermare che gli imputati "non hanno dimostrato, come era loro responsabilità, di possedere alcun titolo che giustifichi e legittimi l'uso del bene contro il suo proprietario", mentre il Commissario Pontificio ha fornito prove anagrafiche e catastali a sostegno della sua posizione.

La creazione di un'associazione civile

La sentenza fa riferimento anche alla sentenza 329/2025 dell'Alta Corte di Giustizia di Madrid, che ha respinto la registrazione delle nuove associazioni civili create dalle ex monache dopo la loro rottura con la Chiesa. Tale sentenza ha confermato la legalità delle decisioni amministrative che respingevano il tentativo di trasformare il monastero in un'entità civile indipendente.

Inoltre, il tribunale ha dichiarato nullo il cosiddetto "capitolo conventuale" tenuto dalle ex monache il 18 maggio 2024, in cui hanno dichiarato la trasformazione del monastero in associazione civile. Secondo il giudice, questa riunione non aveva "il potere, la legittimità e la rappresentanza per riunirsi e riunirsi come capitolo conventuale", e i suoi accordi sono "nulli e non possono giustificare il diritto di continuare a occupare il monastero".

La sentenza chiarisce inoltre che la libertà religiosa è riconosciuta alle persone fisiche, non a quelle giuridiche, respingendo così la tesi delle ex suore che cercavano di continuare a occupare l'edificio in base a questo diritto.

L'Ufficio del Commissario Pontificio ha dichiarato che questa decisione giudiziaria sostiene pienamente l'azione della Santa Sede in questo caso e che la diocesi continuerà ad agire con "prudenza, fermezza e spirito di comunione" nel recupero del complesso monastico.

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