Vaticano

Leone XIV rivoluziona la "missione": non è solo "partire" ma "restare", e invita a pregare per Gaza

In occasione del Giubileo dei Migranti e dei Missionari, il Papa ha detto che "tutta la Chiesa è missionaria" e che "oggi si apre una nuova epoca missionaria nella storia della Chiesa". La missione non è solo "partire", andare in terre lontane. Oggi è "rimanere" per annunciare Cristo attraverso l'accoglienza, la compassione e la solidarietà. Al termine, ha chiesto di pregare per la fine della guerra a Gaza.

Francisco Otamendi-5 ottobre 2025-Tempo di lettura: 4 minuti
Papa Giubileo Missionari e migranti.

Papa Leone XIV saluta un gruppo di pellegrini al termine dell'udienza in occasione del Giubileo dei Migranti e delle Missioni, il 4 ottobre 2025 in Piazza San Pietro in Vaticano (Foto CNS/Vatican Media).

In una giornata di pioggia a Roma, che si è aperta gradualmente per permettere al Papa di uscire in papamobile per salutare gli oltre trentamila pellegrini riuniti in Piazza San Pietro, il Papa ha rivoluzionato il concetto di "missione". 

Nel omelia Nella Messa conclusiva del Giubileo del Mondo Missionario e dei Migranti, elogiando "la cooperazione e la vocazione missionaria", Leone XIV ha affermato che "oggi si apre una nuova epoca missionaria nella storia della Chiesa".

Lo ha spiegato durante la Messa, concelebrata dai cardinali Michael Czerny S.J., prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, e Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione.

Confini della missione: non più geografici

"Per molto tempo abbiamo associato la missione con l'"uscire", andando in terre lontane che non avevano conosciuto il Vangelo o che si trovavano in situazioni di povertà". "Oggi le frontiere della missione non sono più geografiche, perché sono la povertà, la sofferenza e il desiderio di una maggiore speranza a venire da noi", ha spiegato il Pontefice.

La storia di molti nostri fratelli e sorelle migranti lo testimonia, ha proseguito, "il dramma della loro fuga dalla violenza, la sofferenza che li accompagna, la paura di non farcela. Il rischio di viaggi pericolosi lungo le coste del mare, il loro grido di dolore e disperazione". 

"Quelle barche che aspettano un porto sicuro in cui fermarsi e quegli occhi pieni di angoscia e speranza che cercano una terra da raggiungere", ha detto, "non possono e non devono incontrare la freddezza dell'indifferenza o lo stigma della discriminazione". 

Papa Leone XIV benedice un malato durante l'udienza in occasione del Giubileo dei Migranti e delle Missioni, il 4 ottobre 2025 in Piazza San Pietro in Vaticano. (CNS/Vatican Media Photo)

"Rimanendo ad aprire loro le nostre braccia e i nostri cuori".

Di conseguenza, ha detto il Successore di Pietro, "la questione non è "partire", ma piuttosto "rimanere" per annunciare Cristo attraverso l'accoglienza, la compassione e la solidarietà. Rimanere senza rifugiarsi nella comodità del nostro individualismo. Rimanere per guardare in faccia chi arriva da terre lontane e sofferenti. Rimanere per aprire loro le braccia e il cuore, per accoglierli come fratelli e sorelle, per essere per loro una presenza di consolazione e di speranza. 

Nella sua omelia, in cui ha citato Papa Francesco, Benedetto XVI e San Paolo VI, ha ricordato che tutta la Chiesa è missionario. Ed è urgente - come ha affermato Papa Francesco - che egli "vada ad annunciare il Vangelo a tutti, in ogni luogo, in ogni occasione, senza indugio, senza disgusto e senza paura" (Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, 23)".

A volte Dio è silenzioso, sembra "assente".

Il Papa, ricordando i "fratelli migranti", la guerra, l'ingiustizia, la sofferenza, ha citato Benedetto XVI ad Auschwitz. Tante volte nella storia si è chiesto a Dio perché non interviene, che sembra assente: "Dio tace, sembra così lontano, così dimentico, così assente..." (Catechesi 14 settembre 2011).

Ma la risposta del Signore ci apre comunque alla speranza, sottolineava Leone XIV. "C'è una vita, dunque, una nuova possibilità di vita e di salvezza che viene dalla fede. La fede, infatti, non solo ci aiuta a resistere al male perseverando nel bene, ma trasforma la nostra esistenza fino a renderla strumento della salvezza che Dio vuole ancora realizzare nel mondo".

Filippine, "odio antisemita" (Manchester)

Nel AngelusIl Papa ha fatto appello alla "dignità umana" ricordando i "fratelli e le sorelle missionari e migranti". 

Ha mostrato solidarietà al popolo delle Filippine, colpito da un potente terremoto a Cebu e nelle isole vicine.

Ha espresso preoccupazione per "l'aumento dell'odio antisemita nel mondo, come purtroppo si è visto nell'attacco terroristico di Manchester di qualche giorno fa".

L'attacco alla sinagoga Heaton Park Hebrew Congregation di Manchester è avvenuto durante lo Yom Kippur, il giorno più sacro dell'anno per l'ebraismo. L'aggressore, che è stato ucciso dalla polizia, ha guidato la sua auto tra la folla e ha accoltellato i due ebrei, secondo quanto riportato. Cindy Wooden, CNS.

"Enormi sofferenze del popolo palestinese": uniti nella preghiera

Ha inoltre rilevato "l'enorme sofferenza del popolo palestinese a Gaza", che continua a provocargli dolore. "In queste ultime ore, nella drammatica situazione del Medio Oriente, si stanno compiendo alcuni passi significativi per far avanzare i colloqui di pace. Mi auguro che possano raggiungere al più presto i risultati attesi. Chiedo a tutti i responsabili di impegnarsi a proseguire su questa strada, con il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi". 

"Allo stesso tempo esorto tutti a rimanere uniti nella preghiera, affinché gli sforzi in atto possano porre fine alla guerra e condurci a una pace giusta e duratura".

Supplica alla Madonna del Rosario

Infine, ha detto, "ci uniamo spiritualmente a tutti coloro che si sono riuniti nel Santuario di Pompei per la Supplica alla Madonna del Rosario. In questo mese di ottobre, contemplando con Maria i misteri di Cristo Salvatore, intensifichiamo la nostra preghiera per la pace. Una preghiera che diventa solidarietà concreta con le popolazioni devastate dalla guerra. Grazie ai tanti bambini che in tutto il mondo si sono impegnati a recitare il Rosario per questa intenzione. Grazie dal profondo del nostro cuore.

L'autoreFrancisco Otamendi

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