


"La libertà religiosa non sta migliorando, è in caduta libera", afferma José María Gallardo, direttore di ACN Spagna. Secondo il rapporto sulla libertà religiosa pubblicato da Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN), che analizza il periodo da gennaio 2023 a dicembre 2024, quasi due terzi dell'umanità (più di 5,4 miliardi di persone) vivono in Paesi privi di libertà religiosa. In 62 dei 196 Paesi analizzati, la libertà religiosa subisce gravi violazioni e solo due - Kazakistan e Sri Lanka - hanno mostrato qualche miglioramento.
24 Paesi rientrano nella categoria più grave, quella della persecuzione.. Le restrizioni sono sistematiche e violente: comprendono repressione, arresti, sorveglianza di massa e attacchi diretti, che colpiscono più di 4,1 miliardi di persone in paesi come Cina, India, Nigeria e Corea del Nord. Nel 75 % di questi Paesi (in 18 su 24), la situazione è peggiorata.
La discriminazione religiosa, sebbene meno estrema, continua a colpire più di 1,3 miliardi di persone in 38 Paesi. In questi contesti, le minoranze religiose devono affrontare restrizioni sistematiche alla loro vita spirituale e sociale, subendo disuguaglianze legali, molestie ed emarginazione. Anche se non sono vittime di violenza palese, la discriminazione spesso apre la strada a situazioni più gravi. Inoltre, 24 Paesi sono stati segnalati come "sotto osservazione" per aver mostrato allarmanti segni di deterioramento, come l'aumento dell'estremismo religioso, l'indebolimento delle tutele legali e l'interferenza dello Stato negli affari religiosi.
Minacce alla libertà religiosa
Tra le principali minacce identificate nel rapporto, l'autoritarismo spicca come la causa più diffusa. In almeno 19 Paesi, i regimi autoritari utilizzano leggi restrittive, sorveglianza digitale e repressione istituzionale per sopprimere la vita religiosa e favoriscono modelli di discriminazione in altri 33. Cina, Iran, Eritrea e Nicaragua sono tra i casi più preoccupanti. Parallelamente, la violenza jihadista si è diffusa attraverso reti decentrate che operano con brutalità in regioni come il Sahel, il Mozambico e la Repubblica Democratica del Congo. Gruppi come Jama'at Nusrat al-Islam, lo Stato Islamico della Provincia del Sahel o le Forze Democratiche Alleate hanno trasformato la persecuzione religiosa in uno strumento per consolidare il loro potere e imporre ideologie estremiste.
L'ascesa del nazionalismo religioso aumenta e alimenta anche la repressione delle minoranze. In India e in Myanmar, è la principale causa di persecuzione, mentre in altri Paesi come Israele, Palestina e Nepal, alimenta la discriminazione sistematica. In questi contesti, la religione maggioritaria diventa un elemento di definizione dell'identità nazionale, relegando le altre fedi in una posizione di inferiorità giuridica e sociale. Questa situazione è aggravata dagli effetti della guerra e della criminalità organizzata. In regioni come il Sudan, Gaza e l'Ucraina, i conflitti hanno distrutto templi, sfollato intere comunità e trasformato le minoranze religiose in obiettivi strategici. In Paesi come il Messico, la Nigeria e Haiti, i gruppi criminali prendono di mira direttamente i leader e le istituzioni religiose per esercitare un controllo territoriale o mettere a tacere le voci critiche.
Il rapporto evidenzia anche un allarmante aumento dei crimini d'odio antisemiti e antimusulmani, soprattutto dopo lo scoppio del conflitto di Gaza nell'ottobre 2023. In Paesi come la Francia e la Germania, i crimini di odio religioso sono decuplicati, mentre anche l'America Latina ha registrato un'escalation preoccupante. D'altra parte, gli incidenti contro i cristiani in Europa e in Nord America sono aumentati notevolmente. Nel 2023 sono stati documentati quasi 1.000 attacchi contro chiese e simboli cristiani, che vanno dall'incendio doloso in Canada alla profanazione e agli attacchi fisici in Grecia, Spagna e Stati Uniti.
Un altro fenomeno allarmante è il crescente uso di strumenti digitali e di intelligenza artificiale per reprimere la vita religiosa. In regimi come la Cina, la Corea del Nord o il Pakistan, la tecnologia viene utilizzata per monitorare, profilare e punire i credenti, rendendo la fede un terreno di criminalizzazione. Allo stesso modo, il diritto all'obiezione di coscienza subisce crescenti restrizioni, anche nei Paesi democratici, dove le istituzioni religiose sono costrette ad agire contro i loro principi, ad esempio su questioni come l'aborto o l'eutanasia.
Il rapporto evidenzia anche una delle realtà più crudeli: la doppia vulnerabilità di donne e ragazze appartenenti a minoranze religiose. In Paesi come il Pakistan, l'Egitto e il Mozambico, sono stati registrati centinaia di casi di rapimenti, conversioni forzate e matrimoni forzati, che talvolta coinvolgono bambine di appena dieci anni. L'impunità per questi crimini è quasi assoluta.
Nonostante questo quadro desolante, Aiuto alla Chiesa che Soffre mette in evidenza la resilienza delle comunità religiose, che continuano a offrire speranza, aiuti umanitari e mediazione di pace in contesti profondamente ostili. In luoghi come il Burkina Faso e il Mozambico, i leader religiosi continuano a promuovere l'unità, il dialogo e la dignità umana attraverso iniziative interreligiose. Il rapporto sottolinea che la libertà religiosa non è solo un diritto individuale, ma un pilastro essenziale di qualsiasi società pluralista e pacifica. Questo rapporto è un chiaro avvertimento: nel mezzo dell'instabilità globale, la libertà religiosa è diventata una delle principali vittime del XXI secolo. Il suo deterioramento non è un fenomeno isolato, ma il sintomo di un ordine mondiale sempre più intollerante, diseguale e violento. La difesa di questo diritto fondamentale - il diritto di credere, praticare e vivere secondo la propria fede - è più urgente che mai.
Per la prima volta ACN lancia una campagna internazionale di raccolta firme in un appello globale per la libertà religiosa. Vi invita ad aderire a questa iniziativa per proteggere il diritto di credere in tutto il mondo, che intende presentare alle Nazioni Unite, all'Unione Europea e a vari rappresentanti diplomatici. È possibile firmare all'indirizzo manifiestolibertadreligiosa.es.