È ormai noto che Mel Gibson sta iniziando le riprese del seguito del suo celebre film “The Passion of the Christ” (2004), le cui scene più forti furono ambientate a Matera, in Italia, città famosa per i suoi celebri Sassi e per l’architettura e i paesaggi che tanto ricordano quelli mediorientali. “Resurrection” dovrebbe uscire nel 2027 e sarà anch’esso girato in Italia, specie a Matera.
Essendo originario di questa piccola regione del sud Italia, questo non può che farmi piacere: la mia è una regione poco conosciuta ma ricca di storia.
Dove sono nato, a Policoro (l’antica Eraclea), nell’antica Magna Grecia, Pirro, re dell’Epiro, combatté contro Roma utilizzando gli elefanti da guerra. Da qui viene la famosa espressione “vittoria di Pirro”: il re greco, infatti, vinse ma con perdite così elevate che oggi con questa frase si indica un successo inutile.
Sempre sulla costa orientale di questa regione, a Metaponto, insegnò Pitagora, fondando la sua celebre scuola. Di Venosa, invece, nel nord ovest, era il poeta latino Orazio. Nel Medioevo, poi, la Basilicata fu scelta da Federico II di Svevia per costruirvi alcuni famosi castelli.
Una regione non grande, eppure così prestigiosa nell’antichità, ma purtroppo caduta per secoli nell’oblio nazionale ed internazionale, finché Carlo Levi, scrittore italiano ebreo qui confinato da Mussolini, non ne descrisse la realtà contadina in “Cristo si è fermato ad Eboli”. All’epoca, Matera, con i suoi Sassi, fu visitata Levi, pochi anni prima che Palmiro Togliatti, leader del Partito Comunista Italiano, e soprattutto da Alcide De Gasperi, presidente del Consiglio, denunciassero le condizioni di estrema povertà e degrado in cui vivevano i materani come “vergogna nazionale”.
Una storia millenaria
Matera dista poche decine di chilometri dal mio paese d’origine. Considerata una delle città più antiche del mondo ancora abitate (la più antica d’Europa), è un luogo in cui la storia dell’uomo si intreccia continuamente con la cultura e la fede contadine. I suoi celebri Sassi, scavati nella roccia calcarea e abitati dalla preistoria, sono considerati oggi un patrimonio architettonico unico al mondo. Non a caso, nel 1993 l’UNESCO li ha riconosciuti Patrimonio dell’Umanità, mentre nel 2019 Matera è stata designata Capitale europea della cultura.
Gli insediamenti rupestri di Matera risalgono a oltre 9.000 anni fa, prima come cavità naturali adattate dall’uomo a rifugio, poi, nei secoli, trasformate in vere e proprie case, stalle, botteghe.
Nel Medioevo, l’espansione della città favorì lo sviluppo di un reticolo urbano su più livelli: i tetti delle abitazioni che si trovavano più in basso divennero strade per quelle più in alto. Ogni nucleo aveva la sua cisterna, la sua piazzetta, il suo luogo di culto. Per questa ragione, negli anni ’50 Matera è stata definita, dal celebre architetto Le Corbusier, “città organica”: un modello urbanistico spontaneo che integra uomo e natura e risponde perfettamente ai bisogni della comunità.
Tra Oriente e Occidente
Matera è anche crocevia di culture. Per secoli, infatti, il sud Italia fu soggetto a Bisanzio (il nome Basilicata deriva tra l’altro dal greco basilikós, governatore imperiale bizantino) anche nel rito e non mancano tracce di monasteri e toponomastica tipicamente greci (anche nella devozione ai santi).
Ciò avvenne soprattutto in seguito all’arrivo, tra il VI e l’XI secolo, di monaci in fuga dall’Oriente bizantino a causa delle persecuzioni iconoclaste. Tutto il meridione italiano accolse numerose comunità di basiliani, seguaci di san Basilio Magno (IV sec.), vescovo di Cesarea e padre del monachesimo orientale. Essi vi importarono il rito greco, che a Matera lasciò tracce profonde negli affreschi di diverse chiese rupestri: il Cristo Pantocratore, la "Theotokos", i santi che benedicono “alla greca”, con due dita semidistese e tre piegate, simbolo della Trinità, mentre in altre chiese l’iconografia e la benedizione sono “alla latina”. Vi sono poi eccezioni, come la chiesa rupestre di Santa Lucia alle Malve: qui addirittura convivono figure di santi che benedicono “alla greca” con altri che lo fanno “alla latina” (con la mano aperta o le dita distese): ecumenismo "ante litteram".
In città si contano oltre 150 chiese rupestri, sparse tra il Sasso Caveoso (la parte più antica di Matera, scavata interamente nella roccia), il Sasso Barisano (la zona meno antica e più “costruita”, con case in parte edificate e in parte scavate) e l’altopiano della Murgia (dal latino "murex": “roccia, pietra aguzza”, a indicare indica il terreno aspro e sassoso tipico di quest’area, con il suo paesaggio calcareo, i canyon e le gravine).
Tra le chiese da non perdere vi sono Santa Maria de Idris, che domina dall’alto la città; San Pietro Barisano, la più grande; Santa Lucia alle Malve. Queste chiese, un po’ come avviene per le sinagoghe e per le moschee (in ebraico la sinagoga è detta “bet kneset”, “casa di riunione”, mentre in arabo la moschea è “masjid”, “luogo in cui ci si siede”) non erano solamente luoghi di culto, ma costituivano dei veri e propri centri di vita comunitaria e di formazione, con i loro affreschi che erano un “catechismo per immagini”.
Vita quotidiana nei Sassi
Fino agli anni ’50 del XX secolo, i Sassi furono abitati da contadini, artigiani e famiglie numerose che condividevano spazi ristretti con gli animali. Fa impressione entrare in queste grotte (oggi di nuovo abitate o destinate a visite turistiche) che erano cucine, stalle, officine, con mobili antesignani dell’Ikea: cassettiere che si trasformavano in culle, utensili perfettamente adeguati. Era una vita non certo facile, ma ricca di legami tra vicini e di un fortissimo tessuto sociale.
Ricordo ancora, nella mia infanzia negli anni ’80 in un piccolo paese del sud, le donne che trascorrevano intere giornate a lavorare a maglia davanti alle porte delle case, noi bambini che ci sentivamo figli di tutti, potevamo giocare indisturbati in ogni angolo del borgo sotto gli occhi vigili di una madre o di una nonna qualunque che sapeva castigare ma anche offrire, a merenda, un’abbondante fetta di pane, olio e pomodoro.
Noi, però, avevamo case comode e confortevoli e non vivevamo, come gli antichi abitanti di Matera, con gli animali, senza acqua corrente, elettricità e servizi basilari.
E infatti, lo scrittore Carlo Levi e i politici italiani di quell’epoca sollevarono talmente tanta indignazione intorno alla questione che nel 1952 fu promulgata una legge speciale per l’evacuazione dei Sassi e il trasferimento degli abitanti in nuovi quartieri popolari appositamente edificati: migliaia furono le famiglie sfollate.
Per decenni, Matera fu ricordata come “la vergogna d’Italia”. E in effetti, chi visitava la città ancora negli anni ’90 può ben ricordare come i Sassi fossero zona diroccata e pericolosa in cui non avventurarsi troppo. Nulla a che vedere con il contesto di oggi, in cui sono divenuti set cinematografico e le persone fanno a gara per risiedervi anche solo per qualche giorno, grazie all’enorme opera di restauro e valorizzazione che li ha portati a ospitare nuovamente abitazioni di residenti ma anche alberghi diffusi e musei.
Matera nel cinema: dal Vangelo alla Passione e alla risurrezione di una città
Negli ultimi decenni, Matera è stata scelta da diversi registi per girarvi film storici e religiosi. L’italiano Pier Paolo Pasolini, ad esempio, vi girò nel 1964 “Il Vangelo secondo Matteo”, film verista in cui decise di utilizzare persone comuni e volti contadini anziché attori professionisti. In parte simile fu la scelta di Mel Gibson per le sue opere. Anche il film “Nativity” è stato in parte girato da queste parti.
I Sassi, però, non esistono da soli: fanno parte del paesaggio aspro e maestoso della Basilicata, descritto e mostrato ormai in diversi film, romanzi e serie TV in tutto il mondo. Per chi, come me, ha lasciato la propria terra alla ricerca di nuove possibilità, tornare a Matera e in Basilicata significa, oltre che un tuffo nel passato e ricche mangiate a base di cucina locale, rivivere una storia attraverso le pietre e capire che persino da quelle possono rinascere vita e speranza anche quando tutto sembra perduto.


				
					
		

