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Il paradosso dei media: la fede più vessata sembra la più pericolosa

52 persone sono state uccise nella Repubblica Democratica del Congo dal gruppo islamista ADF. La fede più perseguitata al mondo non ha quasi voce nei media occidentali, mentre nell'immaginario collettivo viene presentata come fonte di violenza.

Javier García Herrería-26 agosto 2025-Tempo di lettura: 2 minuti
violenza

Sepoltura delle vittime dell'attacco di luglio in RD Congo. ©OSV News/curatela di padre Justin Zanamuzi

La violenza colpisce ancora nell'est della Repubblica Democratica del Congo. Tra il 9 e il 16 agosto, i territori di Beni e Lubero sono stati teatro di una serie di attacchi da parte delle Forze Democratiche Alleate (ADF), un gruppo islamista locale legato allo Stato Islamico. Almeno 52 civili sono stati uccisi.

L'agenzia di propaganda del Daesh Amaq ha affermato che 39 delle vittime erano cristiane e ha celebrato che i militanti "hanno bruciato circa 50 case cristiane e confiscato alcuni beni prima di fuggire".

Gli attacchi in Congo si aggiungono a un'escalation di violenza contro i cristiani che quest'anno ha già causato più di 100 morti nella regione. A luglio, una chiesa cattolica a Komanda è stata attaccata durante una veglia, causando 35 morti, la maggior parte dei quali giovani uomini.

Lo scorso giugno, la Nigeria è stata teatro di un'altra tragedia: il massacro di oltre 200 cristiani in attacchi attribuiti a gruppi estremisti. Nonostante l'ampiezza dell'orrore, la notizia è passata quasi inosservata sulla stampa spagnola, in contrasto con l'attenzione ricevuta da altre tragedie in Occidente con un numero minore di vittime.

Una giornata ONU che passa inosservata

Il 22 agosto ha segnato il "Giornata internazionale della memoria per le vittime di atti di violenza basati sulla religione o sul credo"La giornata, volta a condannare gli attacchi terroristici contro le minoranze religiose, è passata senza alcuna eco nell'opinione pubblica. La giornata, volta a condannare gli attacchi terroristici contro le minoranze religiose, è passata senza alcuna eco nell'opinione pubblica.

Al contrario, per molti la religione è una causa comune di violenza. Autori come Richard Dawkins hanno reso popolare l'idea che "la religione è la principale causa di guerra". Tuttavia, studi storici specializzati smentiscono questa idea. Il lavoro Enciclopedia delle guerre (2004), di Charles Phillips e Alan Axelrod, registra 1.763 guerre nella storia, di cui solo 123 (meno del 7%) sono state motivate da ragioni religiose, di cui solo 3% hanno origine nel cristianesimo. Il famoso sociologo Steven Pinker, abituale critico della religione, stima che solo 13% delle peggiori atrocità della storia fossero legate alla religione.

Il cristianesimo, la fede più perseguitata

In tutto il mondo, il cristianesimo è oggi la religione più vessata. Più di 200 milioni di credenti vivono sotto persecuzione o grave discriminazione. Ogni giorno, in media, almeno 10 cristiani muoiono per la loro fede, una realtà che, nonostante la sua portata, in Occidente non suscita quasi alcun allarme sociale rispetto ad altre forme di ingiustizia.

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