Cinema

"To the top": al cinema un film prodotto dalle scuole

Produzione virtuale, valori cristiani e lavoro di squadra: ecco come la Scuola Alpamayo trasforma il cinema in una scuola di virtù con "Hasta la Cumbre", un film che uscirà il 27 settembre.

Teresa Aguado Peña-23 settembre 2025-Tempo di lettura: 3 minuti
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©Colegio Alpamayo

La Scuola Alpamayo di Lima presenta il 27 settembre sul grande schermo "Hasta la Cumbre", il suo primo lungometraggio, che non è solo un film realizzato da studenti e insegnanti, ma anche un progetto educativo pionieristico in America Latina. Diretto da Emilio Campoverde - ex studente della scuola e formatosi a Orlando nel campo della cinematografia - il film segna l'inizio di uno studio cinematografico permanente della scuola, con tecnologie all'avanguardia e valori cristiani nella sua narrazione.

Campoverde ricorda che "tutto è iniziato quando il regista Renzo Forlín mi ha chiamato non appena ho terminato la mia laurea a Orlando per parlarmi dell'idea di fare film in Perù. Mi ero diplomato all'Alpamayo nel 2020 e, dato il mio affetto per la scuola, ho accettato senza pensarci troppo.

Con telecamere, obiettivi e attrezzature professionali portate dagli Stati Uniti, ha creato un piccolo laboratorio pomeridiano di doposcuola. "All'inizio eravamo pochi ragazzi e ho insegnato loro le basi: scrivere storie, usare telecamere e microfoni, montare... e allo stesso tempo ho scritto la sceneggiatura del primo film della scuola", spiega. Da quel laboratorio è nato lo "Studio cinematografico della scuola Alpamayo".

Il cinema come formazione alle virtù

Il film racconta la storia di due studenti che si accingono a scalare l'Alpamayo, una montagna innevata, affrontando sfide fisiche e mentali. "La montagna è una metafora delle sfide personali. Ognuno ha la sua vetta da conquistare", dice Campoverde. La storia riflette valori profondamente cristiani come la fratellanza, il perdono e l'auto-miglioramento. "Più che evangelizzare in modo diretto, il film ispira attraverso l'esempio e la narrazione, mostrando come si vive la fede nella vita quotidiana", spiega Campoverde.

Per ricreare il viaggio, hanno optato per soluzioni tecniche all'avanguardia: "Abbiamo usato la Virtual Production, una tecnologia che ci permette di registrare quasi ovunque senza lasciare lo studio della scuola", racconta. "La scuola Alpamayo è forse l'unica in America Latina a insegnare e produrre con la Virtual Production. È un pioniere e, quindi, una pietra miliare", afferma Campoverde. Per lui, questo strumento apre agli studenti orizzonti creativi, consentendo loro di raccontare qualsiasi storia riescano a immaginare.

Al di là della tecnica, Campoverde sottolinea che "il cinema è un modo fenomenale per costruire il carattere: bisogna essere ordinati, puntuali, gestire le frustrazioni". Durante le riprese, hanno creato un'atmosfera umana e solidale. "Ci siamo prefissati di renderla un'esperienza di squadra. Abbiamo girato in condizioni impegnative e questo ci ha costretto a sostenerci a vicenda, a praticare l'ascolto attivo e la pazienza", dice.

Un progetto che riunisce l'intera comunità

Uno degli obiettivi principali era quello di "riunire l'intera comunità di Alpamayo", dice Campoverde. Attori del laboratorio teatrale, musica composta da un ex studente, modelli del laboratorio artistico, produzione del laboratorio cinematografico... "Anche i più giovani hanno partecipato attivamente, come attori o dietro le quinte", aggiunge.

La produzione ha avuto anche un importante fattore sociale: la collaborazione con le ONG Proyecta Perù e Operazione Mato Grosso a Yungay. Questo ha permesso di girare le scene in strutture dove gli studenti hanno vissuto con giovani con disabilità intellettiva. "Questa esperienza rimarrà con loro come qualcosa di formativo", dice il regista.

L'insegnamento che sperano di lasciare è chiaro: "Anche se la vita è piena di ostacoli, è sempre possibile andare avanti se si ha il coraggio di affrontare le proprie paure e un cuore disposto ad aiutare gli altri". Se dovesse riassumere il valore fondamentale in una parola, Campoverde non esiterebbe: "Perseveranza".

Per Emilio, la prima di "Hasta la Cumbre" apre le porte a nuovi progetti: "Abbiamo scoperto il potere del cinema come strumento educativo e formativo. Vogliamo continuare a esplorare storie che trasmettano messaggi positivi e rilevanti. "Hasta la Cumbre" è solo il primo passo", conclude.

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