Ogni giornalista si trova prima o poi ad affrontare la “sindrome della pagina bianca”. Allo stesso modo, la sfida di ogni predicatore consiste nell'avere qualcosa da dire, nel saper spiegare la Parola di Dio e condividerla, nel centrare il messaggio principale del Vangelo senza rimanere senza parole... La brevità, la concisione, la capacità di smuovere vite e cuori fanno parte di questa sfida. Un misto di sudore freddo e grande entusiasmo caratterizza le difficoltà e le ansie di coloro che si scervellano per trasmettere bene agli altri la Buona Novella. Divertente paradosso: quando si tratta di scrivere sui rischi e i vantaggi dell'uso dell'IA (Intelligenza Artificiale), il primo impulso è quello di ricorrere a “lei” per vedere cosa ne pensa dell'argomento, come lo affronta. Qualcosa come “cercare” prima di “pensare”. In ogni caso, nulla che non fosse già stato fatto prima, anche se in modo più rudimentale: consultare enciclopedie, libri o studiosi per organizzare le idee e contemplare approcci arricchenti.
Credo che il sogno di un predicatore mediocre sarebbe quello di svegliarsi al mattino bevendo un caffè e chiedendo al computer centrale della sua casa “domotica” una buona omelia. Il cinema ci ha messo in guardia sulla “ribellione” di alcuni “cervelli” artificiali (ad esempio, “Hal” di Odissea 2001). E anche se ci ha presentato “intelligenze” robotiche oneste e leali al servizio dell'essere umano (come l'ingegno “Tars” di Interstellar), non possiamo aspettarci da loro un “atto spirituale” come quello che implica “predicare”.
I tre classici scopi della comunicazione (informare, intrattenere e persuadere) non sono estranei al Vangelo, né allo stile stesso di Gesù. Ma il Signore non è un imprenditore che cerca solo rendimento ed efficacia. Desidera entrare nella vita personale per amore, non per conquistare adepti, né per convincere che i prodotti che vende sono i migliori e che è necessario acquistarli. Quando Gesù raggiunge l'ascoltatore, oltre al suo messaggio potente e vero, convince con la propria vita; è credibile e tocca il cuore.
Un sacerdote ha elaborato il suo copione attingendo da diverse fonti “attendibili”. Poi lo ha passato a un giovane parrocchiano un po“ ”ai margini" della Chiesa, ma esperto di nuove tecnologie. Con quel materiale ha preparato una bella presentazione, con immagini, plastica e ordinata; mettendo in evidenza l'essenziale e marginando l'accessorio... Il risultato è stato accattivante e pedagogico. Ha persino composto una curiosa melodia con cui condensare l'argomento, ideale per essere memorizzata da grandi e piccini!
Perché l'IA ha il vantaggio della rapidità, della concisione, dell'illustrazione... Riassume senza perdere l'essenza. Individua le domande ricorrenti che sono al centro dell'argomento, aiutando così a non divagare o a essere “fuori” dalla realtà. Fornisce contesto e modi pratici per rispondere. È concreta. Quando le viene chiesto un aneddoto che esemplifichi l'argomento trattato, di solito si avvicina molto (fornisce una storia generica che il predicatore può poi utilizzare; a volte la concretizza, se “trova” una storia che qualcuno ha elaborato o utilizzato in precedenza). L'IA deve essere alimentata bene, anche se costituisce un accesso diretto e rapido a una moltitudine di contenuti, commenti e omelie raccolti.
Quando si tratta di predicare bene, ci sono poche scorciatoie. La semplice “efficienza” è idolatria. È necessario comprendere Gesù: cosa pensa, cosa prova, cosa farebbe... e perché. Questo è pregare. Il vertigine del buon predicatore è dover parlare di qualcosa di Sublime, Puro, Onnipotente, sapendo di essere macchiato dal proprio peccato, senza forze, senza scienza... senza sufficiente grazia di Dio. Ma questa lo perseguita. Egli cerca il fuoco inestinguibile della Verità. Non espone, proclama! Concepisce “titoli” appropriati, perché li “riceve” dall'interno. La macchina ha letto milioni di testi, ma senza renderli carne, senza anima.
Attualmente, un uccello di malaugurio sorvola il nido dei contenuti: la manipolazione. Esistono portali che cercano di “proteggersi” da questo. Pensare e formarsi continuano ad essere indispensabili. Così come l'umiltà e il pentimento. Il predicatore che incarna il Vangelo lo porta come il moreno di chi è stato esposto al sole vitaminico.
L'IA è uno strumento: non si può affidarle il proprio cuore né delegarle ciecamente il compito della predica, della catechesi, della conversazione... Gesù Cristo persuade perché è degno di fiducia. Alla Chiesa viene richiesta gran parte o tutta quell'integrità trasformatrice dello Spirito Santo, Autore Principale.




