L'Avvento è già arrivato. Con esso, iniziamo un nuovo anno liturgico. L'Avvento è la sveglia della Chiesa. Viene a svegliarci tutti e a ricordarci che qualcosa di nuovo sta iniziando. Questo è il messaggio centrale delle letture di oggi. Troviamo parole come queste, ripetute: “Nei giorni futuri”, “momento”, “tempo”, “ora”, “adesso”, “svegliati”, “giorno”. Tutte indicano un nuovo inizio.
San Paolo dice ai Romani: “Comportatevi così, riconoscendo il momento in cui vivete, poiché è ora di svegliarvi dal sonno, perché ora la salvezza è più vicina a noi di quando abbiamo abbracciato la fede. La notte è avanzata, il giorno è vicino”.” E nel Vangelo, Gesù afferma: “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà”.
La Chiesa ci invita ad assumere due atteggiamenti all'inizio di questo periodo: la vigilanza e l'attenzione. Ci invita a risvegliarci dal nostro sonno, dalla routine, dalla tiepidezza, dall'indifferenza e a prepararci per ciò che ci aspetta. Risvegliarsi significa mettere da parte le cose che appartengono alla notte e al sonno: il peccato, le cattive abitudini, i vizi... e rivestirsi invece delle opere di Cristo. Lasciamo i pigiami, per così dire, e indossiamo l'armatura della luce. Ma non basta risvegliarsi. Dobbiamo anche vegliare, essere come la sentinella, essere pronti perché qualcuno sta arrivando.
Il tempo liturgico dell'Avvento celebra la venuta di Dio in due momenti. In primo luogo, la Chiesa ravviva la nostra attesa della seconda venuta di Cristo, il suo glorioso ritorno; poi, con l'avvicinarsi del Natale, ci invita a concentrare la nostra attenzione sulla prima venuta che ha avuto luogo nella storia. Ma non finisce qui. La Chiesa ci invita anche alla vigilanza, a crescere in sensibilità e delicatezza per percepire la presenza nascosta di Cristo nella realtà quotidiana. La verità è che il Signore viene continuamente nella nostra vita. Come Gesù disse ai discepoli che la venuta del Figlio dell'uomo sarebbe stata come ai tempi di Noè, tra mangiare e bere, sposarsi e formare una famiglia, tra le attività ordinarie.
Il momento inaspettato si nasconde nel momento ordinario. È nascosto nelle attività quotidiane. Rimani sveglio e preparati, perché l'Eternità è entrata nel tempo, è entrata nella nostra storia, il ora eterno nel ora temporaneo, e ogni momento racchiude la possibilità di un incontro con Lui. Ciò che era rivolto ai discepoli ora è rivolto a tutti, perché ora ognuno può incontrare Dio che viene.
L'Avvento è per eccellenza un tempo di speranza e di gioia. La nostra speranza e la nostra gioia hanno un nome e un volto: Gesù Cristo. L'Avvento ci prepara ad incontrarlo nel Natale, alla fine dei tempi e in ogni momento della vita quotidiana.
Cristo viene, la Gioia viene, la Speranza viene. I giorni futuri annunciati dal profeta Isaia diventeranno realtà. Isaia, poeta e visionario, chiamato “lo Shakespeare dei profeti” (o, se preferite, il Cervantes, il Dante o il Goethe), ci racconta una delle sue visioni nella prima lettura: un futuro di speranza e gioia. Mentre la Chiesa conclude l'anno giubilare della speranza, l'Avvento ci ricorda che la speranza è ancora viva.
La sveglia della Chiesa sta suonando, non spegniamola. Lasciamo i pigiami e restiamo svegli per accogliere Cristo che viene in qualsiasi momento e, in modo speciale, nella Santa Messa.




