Vangelo

Una punizione misericordiosa. Esaltazione della Santa Croce (C)

Joseph Evans commenta le letture per l'Esaltazione della Salta Cruz (C) del 14 settembre 2025.

Giuseppe Evans-11 settembre 2025-Tempo di lettura: 2 minuti

Affinché noi non fossimo condannati, Cristo è stato condannato. Dio ha preso su di sé la condanna che noi meritavamo. Così leggiamo nel Vangelo di oggi: "Dio infatti non ha mandato il suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui".. Quest'anno, la grande festa dell'Esaltazione della Santa Croce cade di domenica e offre quindi a tutta la Chiesa un'altra occasione per meditare sulla Croce e su come essa sia la perfetta combinazione di giustizia e misericordia divine. La giustizia esige una punizione per il peccato. Questa giustizia deve essere soddisfatta, non può essere ignorata. Ma, nella sua misericordia, Dio ha preso su di sé la punizione, lasciandone solo una piccola parte da condividere.

La prima lettura mostra gli israeliti che vengono letteralmente morsi dai serpenti come punizione per il loro peccato. Sebbene ciò sia realmente accaduto, esprime anche simbolicamente il "morso" del peccato. Ogni volta che pecchiamo, il peccato torna a morderci. Feriamo gli altri con il peccato, ma noi stessi siamo feriti ancora di più, anche se a volte la ferita può essere - e questa è forse la peggiore di tutte - l'insensibilità della coscienza ad apprezzare il male che abbiamo fatto.

Tuttavia, per salvare gli israeliti, Dio dice a Mosè di innalzare un serpente di bronzo, una rappresentazione della stessa creatura che causa la loro morte. Gli israeliti sono costretti ad affrontare il loro peccato, a guardarlo e a riconoscerlo. Non c'è da stupirsi, quindi, che quando Gesù muore sulla croce, San Giovanni citi la profezia di Zaccaria: "Guarderanno colui che hanno trafitto". (Gv 19,37; Zac 12,10). Per essere perdonati dobbiamo essere disposti ad affrontare e riconoscere i nostri peccati. Da qui il valore della confessione.

In questo episodio, come per Adamo ed Eva, il peccato si manifesta come una mancanza di fiducia in Dio. Dio allora punisce, ma anche la sua punizione, in sé, è misericordiosa: è meno di quanto meritiamo e serve solo a riportarci a lui. Come si legge nel Salmo: "E quando li fece morire, lo cercarono e si alzarono presto per rivolgersi a Dio".Per compensare la disobbedienza di Adamo ed Eva a un albero ispirato dall'orgoglio, che ha portato alla morte (cfr. Gen 3, 1-7 e 17-19), Cristo è stato umilmente obbediente fino alla morte su un albero. Come ci dice San Paolo nella seconda lettura: "umiliò se stesso e si fece obbediente fino alla morte, anche alla morte di croce".. Se abbiamo l'umiltà di ammettere i nostri peccati, la maggiore umiltà di Dio si affretta a salvarci.

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