Stefano alzò gli occhi al cielo e vide la gloria di Dio e Cristo Gesù seduto alla destra del Padre. Ne fu così deliziato che sentì il bisogno di esclamare ciò che stava vedendo. Ma questo suggeriva l'uguaglianza di Gesù con il Padre, il suo essere divino, cosa che i Giudei non erano disposti ad accettare. Presero delle pietre e lapidarono Stefano.
Questo tema della gloria divina di Cristo viene sviluppato nel Vangelo di oggi. Gesù prega il Padre suo e inizia dicendo: "Ho dato loro la gloria che tu hai dato a me".. Parole curiose, come è possibile? La comunicazione della grazia è già un anticipo della gloria, in ogni sacramento partecipiamo anche alla gloria di Cristo. Questa gloria può essere più evidente nella bellezza dell'arte sacra, dell'architettura, della musica e della liturgia solenne, ma è nascosta anche nella Messa più discreta e semplice. In ogni Messa, Gesù è seduto alla destra del Padre e intercede per noi, facendoci entrare, già ora, nella sua gloria invisibile.
Gesù continua la sua preghiera chiedendo al Padre "perché quelli che mi hai dato siano con me dove sono io e vedano la mia gloria, che mi hai dato perché mi hai amato prima della fondazione del mondo".. Gesù vuole che condividiamo la sua gloria, perché questo è condividere l'amore del Padre. Amore e gloria vanno insieme. Sono la pienezza di quello che potremmo chiamare amore estatico. Lo vediamo nell'amore romantico: all'inizio gli amanti pensano che l'amato sia totalmente glorioso. Poi, col tempo, ognuno vede che l'altro non è così glorioso come pensava. Ma in Paradiso non ci saranno delusioni: sarà una continua scoperta di quanto sia glorioso Dio e quanto sia glorioso il loro amore.
Il libro dell'Apocalisse ci offre uno scorcio di questa gloria celeste, quindi non sorprende che lo Spirito Santo ci offra un testo da esso nella Messa di oggi (come fa per tutto il periodo pasquale). Gesù si rivela come "L'Alfa e l'Omega, il principio e la fine, il primo e l'ultimo".. E ci invita a unirci alla preghiera della Chiesa per la sua venuta. Sì, desideriamo la venuta del Signore e partecipare alla sua gloria eterna. E possiamo soddisfare e favorire questo desiderio ricevendolo con fede in ogni Messa, in attesa di quella gloriosa pienezza di vista che si ottiene con la visione beatifica.