SOS reverendi

Il Sagrario è il miglior psichiatra?

La salute spirituale appartiene a Dio e quella mentale al medico. Sebbene la vita spirituale possa favorire la salute, sostituire i professionisti con Gesù Cristo può manifestare ignoranza, mancanza di formazione spirituale o un orientamento spirituale patologico.

Carlos Chiclana-30 dicembre 2025-Tempo di lettura: 3 minuti

A volte mi dicono che il miglior psichiatra è il Sagrario. Al che io rispondo: sì, e anche il miglior ginecologo e il miglior traumatologo. A loro non fa ridere, ma a Dio sì, che è il miglior umorista.

Ma cosa si nasconde dietro questo riferimento a Gesù come psichiatra? Forse il fatto che ci si rivolge agli psichiatri per risolvere questioni che non riguardano tanto la salute mentale quanto quella spirituale, per affrontare problemi della vita che non sono di natura medica; o che si chiede loro di eliminare una sofferenza che è necessario affrontare come esseri umani completi in fase di sviluppo. La scienza afferma che una vera vita spirituale, indipendentemente dalla religione, favorisce una migliore salute mentale grazie alle conseguenze dell'accettazione, dell'abbandono, della connessione con se stessi, della trascendenza verso la natura e le persone, e della capacità di comprensione e compassione.

Alcuni continuano a spiegarmi perché Gesù Cristo è il miglior psichiatra, mentre io immagino Gesù Cristo che dice “a Cesare quel che è di Cesare” e che non è venuto per risolvere questioni ereditarie o altri affari umani. 

Dio può compiere miracoli e guarire qualsiasi malattia, ma normalmente ci incoraggia ad andare dal medico, a mettere in atto i mezzi a nostra disposizione, a prestare attenzione alla sua presenza ordinaria nelle mani degli altri e a non chiedere ciò che spetta a noi risolvere, curare o attendere. Non sembra che l'adolescente Gesù risolvesse le difficoltà del lavoro artigianale di Giuseppe. 

Considerare Gesù responsabile della mia salute sarebbe come ritenere che il miglior servizio di corriere sia l'angelo custode, perché portava le lettere a Santa Gemma, o che il miglior cannone antiaereo sia Padre Pio, perché apparve nell'aria ad alcuni piloti di bombardieri e li allontanò dal suo paese. A Dio ciò che è di Dio, al medico ciò che è del medico, e che ognuno si gratti con le proprie unghie.

Un malato mentale può essere amato da Dio e amare Dio? Alcuni rimangono molto sorpresi quando racconto loro che esistono santi canonizzati che avevano problemi di salute mentale: san Luigi Martin, padre di Teresa, trascorse tre anni in un manicomio; san Camillo de Lellis era ludopatico; san Josemaría soffriva di insonnia; Josefina Bakhita aveva sintomi di stress post-traumatico a causa degli abusi subiti; santa Maria Egiziaca era dipendente dal sesso e san Óscar Romero soffriva di disturbo ossessivo-compulsivo. Insomma, persone normali come te e me, che amavano Dio e avevano bisogno di un medico.

Il rapporto con Dio può favorire la salute mentale? Ci sono quattro aspetti che potrebbero facilitare il rapporto personale con Dio e generare salute mentale:

1.- Tu sei buono. Dio ti ama perché sì, perché sei. Sei prediletto, amato prima, e non devi fare nulla di speciale perché Dio ti ami. Lui lo fa già, anche se non glielo chiedi. Egli ti invita alla festa dell'Amore e tu, se vuoi, ti unisci e ti diverti. Questo è molto potente per l'autostima, per il modo in cui ti relazioni con gli altri e sviluppi il tuo stile di attaccamento, e per la sicurezza in te stesso: come puoi non essere sereno, sicuro e ottimista se un Dio intero è innamorato di te! Sei una persona degna, valida, unica, autentica. 

2.- Hai energia, e quell'energia è positiva. L'essere umano si sviluppa, potenzia le proprie capacità, è in grado di avere idee, inventare, creare arte, trasformare la materia. Crescete, moltiplicatevi e governate la terra! Hai ereditato tutto questo potere da Dio, approfittane, non restare fermo, sviluppa i tuoi talenti. Imparare tutto questo in una catechesi incoraggerà a non avere paura del progresso, della propria forza, della propria libertà, a essere consapevoli che si può dirigere la propria vita. Certo, che le tue azioni ti personalizzino, ti autenticizzino e potenzino la tua identità, lontano dalla cultura del successo e del confronto.

3.- Hai dei limiti, quindi prenditi cura di te stesso. Dio ti ama e ama i tuoi progetti, ma allo stesso tempo ti ricorda che non sei Dio e che quindi è necessario che ti prenda cura di te stesso, che riposi, che modifichi le tue aspettative, che ponga dei limiti, che ti chieda cosa è bene per te, che non tutto ti conviene. 

4.- Hai bisogno di essere trasformato. Come la Trinità, anche l'uomo è relazionale: grazie alle relazioni interpersonali la tua identità si sviluppa maggiormente. Non si tratta più del fatto che la tua libertà finisca dove inizia la mia, ma piuttosto che la mia libertà si migliori, si arricchisca e si potenzi grazie all'incontro con la tua, nel contatto quotidiano con tante persone. Non è solo Dio che mi trasforma, ma la presenza di Dio in ciascuna delle persone con cui interagisco mi interpella a rendermi presente e a mettere in pratica l'amore per gli altri come per me stesso, con il paradosso che donandomi possiedo di più.

Ci sono molti psichiatri, ma Salvador è unico. 

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