Vangelo

Il vero Re. Cristo Re (C)

Joseph Evans commenta le letture del Vangelo di Cristo Re (c) relative al 23 novembre 2025.

Giuseppe Evans-20 novembre 2025-Tempo di lettura: 2 minuti

Gesù regna dalla croce. È re, ma non in termini terreni. Il suo trono è la croce, il luogo di sofferenza più terribile conosciuto dall'uomo in quell'epoca. È re da un trono di sofferenza, di umiliazione. Nel mezzo della sua agonia, non pensa al proprio dolore né ai propri problemi, ma offre la salvezza al ladrone pentito. È re perché è in grado di dominare la propria sofferenza e pensare agli altri e fare loro del bene.

Gesù ci insegna un nuovo modo di essere re. Non per governare sugli altri, ma per governare noi stessi. Per sapere come superare le nostre disgrazie e le nostre emozioni per fare del bene agli altri.

Gesù ci mostra che il vero re sa come servire, volontariamente, per diventare servitore degli altri. Il vero re ignora le prese in giro e i commenti degli altri per fare ciò che ritiene giusto. Il vero re sa come tacere quando le parole non aiutano.

Troppo spesso non riusciamo a controllarci. Parliamo quando non dovremmo. Rispondiamo alle provocazioni. Ci lasciamo trasportare dalla rabbia, dall'autocommiserazione o dall'egoismo, mettendo noi stessi prima degli altri. Gesù ci mostra un'altra strada: controllarci e vivere la vera regalità, che è il servizio agli altri senza cercare di dominarli.

Ci ricorda anche che dovremmo dare meno importanza alle strutture mondane e al potere politico. L'iscrizione sopra di Lui era stata posta da Ponzio Pilato, il governatore romano. Roma governava Israele in quel periodo. Pilato aveva posto lì l'iscrizione forse per schernire i Giudei, come per dire: “Non cercate di avere un re. Questo è ciò che facciamo con chiunque pretenda di essere re dei Giudei”.

Quando Gesù veniva deriso dai soldati, che riuscivano a ragionare solo in termini politici, Egli viveva in silenzio una forma di regno che trascendeva di gran lunga la politica. Ci stava dicendo quanto fosse transitorio il potere terreno. I regni terreni vanno e vengono. Roma, che credeva di poter deridere il povero e debole Israele, era potente allora. Ora è solo un ricordo storico. Ma la regalità di Dio dura per sempre. Va oltre questo mondo: arriva al Cielo, che Cristo ha aperto al ladrone pentito.

Se siamo disposti a soffrire su questa Terra, a essere fedeli a Dio, regneremo in Cielo. Condivideremo il trono di Cristo: “Al vincitore concederò di sedersi con me sul mio trono, come io ho vinto e mi sono seduto con mio Padre sul suo trono”.” (Ap 3, 21). Vincere significa essere fedeli fino alla morte, significa vincere noi stessi e non gli altri, significa vincere il nostro orgoglio per servirli.

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