Gesù è sulla riva (Gv 21, 4). È la riva dell'eternità: dopo la sua risurrezione vive in una nuova dimensione. Ma solo sulla riva, perché non è ancora tornato pienamente al Padre (cfr. Gv 20, 17). È quel tempo di mezzo di cui ci parlano gli Atti degli Apostoli: "Egli stesso apparve loro dopo la sua passione, dando loro numerose prove che era vivo, apparendo loro per quaranta giorni e parlando loro del regno di Dio". (Atti 1:3). Egli può rivelare e nascondere la sua gloria a piacimento. "I discepoli non sapevano che fosse Gesù".-Come ha fatto con Maria Maddalena al sepolcro e con i discepoli sulla strada di Emmaus.
Si tratta della seconda pesca miracolosa di Cristo. La prima (Lc 5,1-11) aveva portato alla chiamata degli apostoli e, in particolare, di Pietro, mentre questo episodio porta alla consacrazione di Pietro come pastore universale (Gv 21,15-18). È una chiamata nuova, anche alla totale abnegazione (vv. 18-19).
Gesù si rivolge ai discepoli come "bambini". Uno con il Padre (Gv 10,30) e con lo Spirito che ci conduce alla figliolanza divina (Rm 8,14-17), sta giocando con loro un gioco divino come un padre amorevole gioca con i suoi figli. Sa benissimo che non hanno pesci e che in pochi secondi concederà loro miracolosamente 153 mila dollari! Cristo è risorto per renderci figli di Dio in lui, veri figli di Dio ora (1 Gv 3,2), ma sentiremo pienamente questa realtà, la vivremo, solo quando potremo finalmente attraversare il pericoloso "mare" di questa vita e raggiungere il solido terreno della vita eterna in cielo (cfr. Ap 4,6; 15,2).
Ma per attraversare questo mare e sopravvivere nelle sue acque tempestose dobbiamo essere nella barca di Pietro, la nuova arca della salvezza come lo fu quella di Noè ai suoi tempi. Dobbiamo andare a pesca con Pietro (Gv 21,3), cioè con il Papa, condividendo i suoi successi e i suoi fallimenti. Solo nella barca di Pietro possiamo essere al sicuro (Mc 4,35-41). Come mostra la prima lettura di oggi, Pietro ci guida nella nostra testimonianza fedele a Cristo, e anche se dobbiamo soffrire per questo, siamo "nella barca" (Mc 4,35-44).felice di aver meritato quell'oltraggio al Nome". (Atti 5, 41). E ci guida sulla via di Cristo (Gv 21,7).
Ma tutti noi, nel nostro piccolo, riceviamo una parte dell'autorità di Pietro: anche noi, come padri, buoni amici o anime consacrate a Dio nel celibato, dobbiamo nutrire gli agnelli e curare e pascere le pecore che ci sono state affidate.